mercoledì 5 aprile 2017

Recensione: "L'universo nei tuoi occhi" di Jennifer Niven

Buongiorno a tutti, readers! Oggi vi parlo di un romanzo che, purtroppo, non mi ha fatto per niente impazzire :/ Mi dispiace moltissimo scrivere questa recensione, perché avevo grandi aspettative su questo libro, soprattutto perché era della Niven, scrittrice che ho adorato in Raccontami di un giorno perfetto (di cui, comunque, vi lascio la recensione). Purtroppo L'universo nei tuoi occhi non mi ha convinta. Ma non voglio dilungarmi troppo nella intro, anche perché non vorrei dirvi tutto adesso e poi scrivere solo due righe nella recensione effettiva xD La smetto quindi di parlare e vi lascio il mio parere su questo titolo edito DeAgostini! =)

Titolo: L'universo nei tuoi occhi
Autore: Jennifer Niven
Editore: DeAgostini
Pagine: 416
Prezzo: € 14,90
Data d'uscita: 21 marzo 2017
Affascinante. Divertente. Distaccato. Ecco le tre parole d’ordine di Jack Masselin, diciassette anni e un segreto ben custodito: Jack non riesce a riconoscere il volto delle persone. Nemmeno quello dei suoi genitori, o quello dei suoi fratelli. Per questo si è dovuto impegnare molto per diventare Mister Popolarità. Si è esercitato per anni nell’impossibile arte di conoscere tutti senza conoscere davvero nessuno, di farsi amare senza amare a propria volta. E finora è riuscito a cavarsela. Ma le cose prendono una piega inaspettata quando Jack vede per la prima volta Libby. Libby che non è come le altre ragazze. Libby che porta addosso tutto il peso dell’universo: un passato difficile e tanti, troppi chili per poter essere accettata dai suoi compagni di scuola. Un giorno, per non sfigurare davanti agli amici, Jack prende di mira Libby in un gioco crudele, che spedisce entrambi in presidenza. Libby però non è il tipo che si lascia umiliare, e il suo incontro con Jack diventa presto uno scontro. Al mondo non esistono due caratteri più diversi dei loro. Eppure… più Jack e Libby si conoscono, meno si sentono soli. Perché ci sono persone che hanno il potere di cambiare tutto. Anche una vita intera. Dopo il clamoroso successo di Raccontami di un giorno perfetto, Jennifer Niven torna con un nuovo, straordinario romanzo che parla del potere salvifico dell’amore e del momento magico in cui incontriamo qualcuno capace di vederci – e di accettarci – per come siamo: imperfetti, fragili, veri.
VOTO:


RECENSIONE
Quando la casa editrice ha annunciato la pubblicazione in Italia di questo romanzo ero al settimo cielo. Non solo la trama mi intrigava moltissimo, ma era anche il libro di una scrittrice che, col suo precedente lavoro, era riuscita a devastarmi. Le aspettative che nutrivo per questo nuovo romanzo erano quindi alte, in parte per il nome dell'autrice e in parte per la trama. Mettiamoci anche che la storia è stata etichettata come "inno al bullismo", argomento che ahimè si sente troppo spesso in tv e nelle scuole, e il mio amore per questo titolo è cresciuto a dismisura. Sentimento che con l'aumentare della pagine, purtroppo, si è sciolto miserabilmente.
Chi mi conosce da un po', sa che non amo scrivere recensioni negative. Infatti, quando acquisto personalmente un romanzo che non mi ha particolarmente colpita, evito di parlarne sul blog - anche se, come in questo caso, si tratta comunque di un rating di tre stelle, anche se stiracchiate. Scrivo due righe su Goodreads e passo oltre. L'universo nei tuoi occhi mi è stato gentilmente inviato dalla DeA, però, e il minimo che potessi fare, nonostante non abbia saltato di gioia leggendolo, era condividere con voi le mie impressioni.
L'universo nei tuoi occhi racconta la storia di Libby e Jack. Due adolescenti talmente diversi l'uno dall'altra che nessuno, e dico nessuno, penserebbe mai che fra i due potrebbe sbocciare una profonda amicizia. Libby ha un passato che pesa 300kg e un presente che ne conta ancora 150. Un lutto che nessun figlio, non a quell'età, dovrebbe soffrire. Un elenco di umiliazioni e insulti che l'hanno portata ad autodistruggersi. Troppo devastata dalla perdita di sua madre, Libby ha infatti deciso di alleviare la tristezza buttandosi sul cibo, causando una catena di eventi che nessuno è riuscito a fermare: più soffriva e più mangiava, più mangiava e più il suo peso aumentava, più il suo peso aumentava e più a scuola veniva presa in giro. Finché un giorno ha deciso di non uscire più casa. Jack è l'opposto. È il classico ragazzo che chiunque vorrebbe: affascinante, bello, divertente. Distaccato. È il più popolare del liceo e sta con la più bella ragazza della scuola, in un tira e molla infinito, da anni. Peccato che tutto ciò che mostra sia solo una maschera ben appiccicata in faccia. Jack nasconde infatti un grande segreto, un macigno che lo "costringe" a comportarsi da cattivo ragazzo perché ha il terrore di essere etichettato come uno sfigato. Jack soffre di prosopagnosia, un deficit percettivo del sistema nervoso centrale che impedisce al soggetto di riconoscere i tratti fisiologici delle persone. Per dirla in parole povere, è come se vi presentassero una persona nuova. Vedete il colore dei capelli, degli occhi, i tratti etnici e tutto il resto, ma per voi è un perfetto sconosciuto. Immaginate adesso che la persona che vi trovate davanti non è uno sconosciuto, bensì vostra madre o vostro padre, il vostro ragazzo o ragazza, i vostri amici... Ecco di cosa soffre Jack. A casa non riconosce nessuno, nemmeno il suo riflesso allo specchio, e a scuola o alle feste si trova sempre in mezzo ad estranei. E si vengono a creare situazioni assurde, come un amico che ti ferma nei corridoi, ti fa qualche domanda, e tu non hai idea di chi sia. Come baciare una ragazza, credendola la tua fidanzata, e poi scoprire che si trattava di sua cugina. Per questo motivo, Jack diventa in qualche modo il bullo della scuola, fa il ca**one per evitare che le gente scopra il suo segreto, perché è meglio essere temuto che temere gli scherzi degli altri o gli insulti, meglio essere un predatore che la preda di qualcun altro.
Jack e Libby si conosco a causa di uno scherzo che il ragazzo, supportato dagli amici, fa a quest'ultima. E dopo un pugno ben assestato (tirato da lei) finiscono entrambi in presidenza, costretti a passare da lì molto tempo insieme per espiare le loro colpe.
Con la trama mi fermo qua, perché comunque ho già detto abbastanza. Vista così, la storia sembra sicuramente originale, innovativa, e l'idea certamente accattivante. E lo pensavo davvero anche io. Peccato che, capitolo dopo capitolo, ho trovato un'eccessiva sommarietà nei dettagli importanti, troppa superficialità negli argomenti principali, tante incongruenze e irrealismo a livelli quasi imbarazzanti. Soprattutto nel finale, di cui non vi svelerò niente. Lo stile della Niven è sempre buono, L'universo nei tuoi occhi è infatti un romanzo ben scritto, anche se ho preferisco la sua scrittura nel libro precedente. Il vero punto debole di questo romanzo è la storia stessa, che aveva un grandissimo potenziale che la Niven, non so per quale assurdo motivo, non ha per niente sviluppato. Partiamo da Jack. Lui soffre di un deficit che non gli permette di riconoscere le persone, ma se il tuo migliore amico (è un esempio) porta una cresta di capelli viola, saprai che il ragazzo dai dubbi capelli che ti sta parlando è lui. A meno che non si è fatto un taglio decente prima di venire a scuola o di passare a casa tua, lo riconosci per il dettaglio. Come al telefono si riconosce la voce della persona che ti sta parlando, a meno che una questa non ti saluta a gesti in mezzo ai corridoi, se ti ferma e ti parla capisci per forza chi accidenti è. Beh, Jack no. Lui sa com'è vestito suo fratello, ma appena si unisce al suo gruppo di amici, pur vedendo la sua maglietta nel mucchio, non ha più idea di chi sia o dove sia. Prima di scrivere la recensione ho provato a documentarmi un po', e nessun medico parla di voce o del fatto che se non vedi una persona per tempo prolungato ti dimentichi anche di che colore ha i capelli. Sono dettagli della memoria quelli, non riguardano il riconoscimento fisiologico. Forse la Niven voleva enfatizzare questo deficit per far capire meglio il motivo che spingeva Jack ad essere un "bad boy", quando alla fin fine era un bravo ragazzo, ma secondo me è finita ad estremizzato troppo. Per quanto riguarda lei, Libby mi sembra una ragazza che vive nel mondo delle favole. I suoi comportamenti sono sconclusionati, come il suo modo di pensare e di rapportarsi con gli altri. Lei dice di stare bene con se stessa, di sentirsi a suo agio con il suo corpo, ma determinate cose fanno sembrare che questo sia solo un autoconvincemento per se stessa. Che ci starebbe pure, ma se fosse stato spiegato e trattato meglio. Inoltre, è come se Libby andasse a cercarsi alcune cose. Non voglio sembrare cattiva, e infatti esporrò il mio pensiero facendovi un esempio per capirci meglio che non c'entra niente col romanzo, ma l'idea di base penso renda comunque. Se il mio sogno è quello di fare la parrucchiera, ci sta che faccia tutti i concorsi e i colloqui del mondo, ma se non so tagliare (e ce ne sono un botto u.u') che senso ha andare ad un colloquio in un salone che cerca solamente ragazze/i per tagli? Il no me lo vedo a cercare.
È chiaro comunque che, per quanto il tutto non mi sia particolarmente piaciuto, il personaggio che mi ha lasciato qualcosa è sicuramente Jack. Libby non l'ho inquadrata bene, e quello che ho visto non mi è piaciuto. C'è da dire, poi, che la Niven si è concentrata molto di più sul protagonista maschile, lasciando perfino alcuni buchi narrativi nelle questioni che riguardano il personaggio femminile.
In conclusione, so bene quali realmente sono le potenzialità di Jennifer Niven, motivo che mi ha fatto dare tre stelline (stiracchiate) al romanzo, ma con L'universo nei tuoi occhi non mi è piaciuto granché. Ho apprezzato molto le novità che ha voluto portare in libreria, come il deficit di Jack e il peso di Libby, e il messaggio che ha voluto trasmettere: dobbiamo accettarci per come siamo, e gli altri non devono farci sentire sbagliati perché abbiamo un problema fisico o psichico, o semplicemente qualche chilo di troppo. Dobbiamo credere in noi stessi, camminare a testa alta e cercare di cambiare quello che non ci piace di noi stessi e anche del mondo, perché nonostante le cose brutte siamo costretti a viverci. E dobbiamo viverci bene. -
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Spero che la mia recensione vi sia stata utile. Ovviamente, se vi andasse, lasciatemi un commento qui sotto al post e fatemi sapere la vostra sul romanzo =) Io vi mando un bacio!
Alla prossima,
Feeling Reading

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