Salve a tutti! Oggi, con un giorno di ritardo, pubblico la recensione di un libro che ha davvero lasciato il segno. Sto parlando di Proibito
di Tabitha Suzuma. Ed è per questo motivo che non mi dilungherò particolarmente, ma preferisco lasciarvi alla lettura del mio pensiero su questo romanzo.
RECENSIONE.
Ricordo come se fosse ieri quando ne sentii parlare e, per l'argomento, lo lasciai perdere. Il titolo inizialmente, soprattutto a causa del genere che andava "di moda", mi aveva tratta in inganno, perciò non persi tempo neppure a leggere la trama. E quando capii, per sentito dire, di cosa trattava mi imposi di evitare. Non per bigotteria (?) o altro, semplicemente perché pensavo che l'argomento venisse trattato con superficialità, un po' come succede con qualsiasi cosa negli ultimi anni. Qualche mese fa, questo romanzo ha cominciato a comparirmi davanti agli occhi ovunque, così ho deciso di leggere la sinossi. E mi ha colpita. Ho cominciato a cercarlo, ma era finito in qualsiasi libreria tentassi e di prenderlo online, stando poco a casa, mi sembrava una cavolata. La mia migliore amica lo ha trovato e me lo ha regalato e, finalmente, dopo mesi, ho cominciato la lettura. Credo sia stato il libro con meno pagine letto in eccessivo tempo. Non sono una che conclude la lettura in una giornata, mi piace assoparare la storia, immergermi in essa, sentirla, viverla... Ma con Proibito il tempo si è quadruplicato. Perché ne senti la realisticità sin dalle prime pagine. L'autrice, Tabitha Suzuma, ti fa capire da subito che non è un romanzo qualunque, bensì un pezzo di vita. E la vita, si sa, non è quasi mai rose e fiori. E così, mentre leggevo, ero lì a domandarmi come sarebbe finito. Non se loro potessero avere una possibilità o altro, ma come la vita, come la burocrazia, come la legge avrebbe distrutto tutto. Sai già come finisce, lo senti fin dentro le ossa, è il come che ti sfugge; la dinamicità dei fatti. E quando l'ho finito, con le lacrime agli occhi e il cuore scheggiato come raffigurato nella copertina, mi sono davvero sentita vuota.
Ho adorato i due protagonisti e la piccola Willa, la loro sorellina più piccola. Ho adorato come, seppur con difficoltà, Lochan e Maya tentassero di donare ai loro tre fratellini una parvenza di vita normale, cercando di preservare la loro innocenza. Un'innocenza a loro preclusa, da quando il padre se n'è andato e la madre ha iniziato a bere e sperperare i soldi. Una vita complessa, complicata e dura. E questo è solo il preambolo, l'inizio di qualcosa che, mano a mano, diventerà sempre più spinoso. Perché se Lochan e Maya, i fratelli maggiori, tentano di raffigurarsi e rapportarsi come adulti, come genitori per la loro famiglia, il loro legame di fratellanza rischia di trasformarsi in qualcosa di totalmente diverso.
E' chiaro che il perno di questo romanzo è l'incesto. Qualcosa che la legge con consente; qualcosa che l'essere umano non accetta. Basti pensare alle nostre vite tranquille, a come prenderemmo la notizia se una nostra amica o un nostro amico ci confidasse di essersi innamorata/o del proprio fratello di sangue. Eppure, nel corso della lettura, non ho potuto fare altro che schierarmi dalla parte di Lochan e Maya. Fin da subito, grazie anche ai capitoli alternati e raccontati da uno e dall'altra, si coglie quanto sia insensato per loro due definirsi fratelli. Sono qualcosa di più. Non esistono senza l'altro, sono l'ancora dell'altro, il sostegno senza il quale cadrebbero in pezzi. Tabitha Suzuma è stata davvero brava a calibrare il loro rapporto. L'evolversi di esso è quasi naturale. La scrittura, inoltre, è fluente. Non vengono adoperati termini complicati o ricercati. E' tutto pulito e scorrevole, grazie anche ad un ottimo lavoro di traduzione.
Non mi dilungo particolarmente sulla scrittura, perché penso che questo sia un romanzo che va sentito. E se c'è stato qualche errore, in tutta onestà, non me ne sono resa conto. Ero troppo intenta a piangere o ridere o immaginare la scena che l'autrice proponeva scrivendo. In poche parole, tanto di cappello a questa autrice.
Proibito è un romanzo davvero strepitoso. Un romanzo che si può amare o odiare, penso che la via di mezzo non ci possa essere. E' un romanzo struggente, distruttivo e reale. Esattamente come l'amore che lega i due protagonisti.
CINQUE STELLINE PIENE A QUESTO LIBRO. Consigliato è dire poco.
Data di uscita: 25 Gennaio 2011
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 16.00 €
Pagine: 353, copertina flessibile
Prezzo: 16.00 €
Pagine: 353, copertina flessibile
Come può una cosa tanto sbagliata renderti così felice?
Lochan
ha quasi 18 anni, è chiuso e solitario. Maya ne ha 16, è molto
sensibile e più matura di quello che la sua età richiederebbe. Sono
fratelli, e hanno altri tre fratellini più piccoli da accudire: Kit,
Tiffin e Willa, la loro ragione di vita e la loro preoccupazione più
grande da quando il papà li ha abbandonati per una nuova famiglia e la
mamma ha iniziato a bere e si è trovata un altro uomo. I giorni passano e
solo una cosa ha senso: essere vicini, insieme, legati, forti contro
tutto e tutti. Per Maya, Lochan è il migliore amico. Per Lochan, Maya è
l’unica confidente. Ma cosa succede quando il vortice dei sentimenti ti
trascina verso un’attrazione fatale? Se il legame diventa così stretto e
subentrano l’attrazione fisica, la passione, la gelosia, la dipendenza?
Un bacio, un momento di passione e poi la catastrofe è inevitabile.
RECENSIONE.
Ricordo come se fosse ieri quando ne sentii parlare e, per l'argomento, lo lasciai perdere. Il titolo inizialmente, soprattutto a causa del genere che andava "di moda", mi aveva tratta in inganno, perciò non persi tempo neppure a leggere la trama. E quando capii, per sentito dire, di cosa trattava mi imposi di evitare. Non per bigotteria (?) o altro, semplicemente perché pensavo che l'argomento venisse trattato con superficialità, un po' come succede con qualsiasi cosa negli ultimi anni. Qualche mese fa, questo romanzo ha cominciato a comparirmi davanti agli occhi ovunque, così ho deciso di leggere la sinossi. E mi ha colpita. Ho cominciato a cercarlo, ma era finito in qualsiasi libreria tentassi e di prenderlo online, stando poco a casa, mi sembrava una cavolata. La mia migliore amica lo ha trovato e me lo ha regalato e, finalmente, dopo mesi, ho cominciato la lettura. Credo sia stato il libro con meno pagine letto in eccessivo tempo. Non sono una che conclude la lettura in una giornata, mi piace assoparare la storia, immergermi in essa, sentirla, viverla... Ma con Proibito il tempo si è quadruplicato. Perché ne senti la realisticità sin dalle prime pagine. L'autrice, Tabitha Suzuma, ti fa capire da subito che non è un romanzo qualunque, bensì un pezzo di vita. E la vita, si sa, non è quasi mai rose e fiori. E così, mentre leggevo, ero lì a domandarmi come sarebbe finito. Non se loro potessero avere una possibilità o altro, ma come la vita, come la burocrazia, come la legge avrebbe distrutto tutto. Sai già come finisce, lo senti fin dentro le ossa, è il come che ti sfugge; la dinamicità dei fatti. E quando l'ho finito, con le lacrime agli occhi e il cuore scheggiato come raffigurato nella copertina, mi sono davvero sentita vuota.
Ho adorato i due protagonisti e la piccola Willa, la loro sorellina più piccola. Ho adorato come, seppur con difficoltà, Lochan e Maya tentassero di donare ai loro tre fratellini una parvenza di vita normale, cercando di preservare la loro innocenza. Un'innocenza a loro preclusa, da quando il padre se n'è andato e la madre ha iniziato a bere e sperperare i soldi. Una vita complessa, complicata e dura. E questo è solo il preambolo, l'inizio di qualcosa che, mano a mano, diventerà sempre più spinoso. Perché se Lochan e Maya, i fratelli maggiori, tentano di raffigurarsi e rapportarsi come adulti, come genitori per la loro famiglia, il loro legame di fratellanza rischia di trasformarsi in qualcosa di totalmente diverso.
E' chiaro che il perno di questo romanzo è l'incesto. Qualcosa che la legge con consente; qualcosa che l'essere umano non accetta. Basti pensare alle nostre vite tranquille, a come prenderemmo la notizia se una nostra amica o un nostro amico ci confidasse di essersi innamorata/o del proprio fratello di sangue. Eppure, nel corso della lettura, non ho potuto fare altro che schierarmi dalla parte di Lochan e Maya. Fin da subito, grazie anche ai capitoli alternati e raccontati da uno e dall'altra, si coglie quanto sia insensato per loro due definirsi fratelli. Sono qualcosa di più. Non esistono senza l'altro, sono l'ancora dell'altro, il sostegno senza il quale cadrebbero in pezzi. Tabitha Suzuma è stata davvero brava a calibrare il loro rapporto. L'evolversi di esso è quasi naturale. La scrittura, inoltre, è fluente. Non vengono adoperati termini complicati o ricercati. E' tutto pulito e scorrevole, grazie anche ad un ottimo lavoro di traduzione.
Non mi dilungo particolarmente sulla scrittura, perché penso che questo sia un romanzo che va sentito. E se c'è stato qualche errore, in tutta onestà, non me ne sono resa conto. Ero troppo intenta a piangere o ridere o immaginare la scena che l'autrice proponeva scrivendo. In poche parole, tanto di cappello a questa autrice.
Proibito è un romanzo davvero strepitoso. Un romanzo che si può amare o odiare, penso che la via di mezzo non ci possa essere. E' un romanzo struggente, distruttivo e reale. Esattamente come l'amore che lega i due protagonisti.
CINQUE STELLINE PIENE A QUESTO LIBRO. Consigliato è dire poco.
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Per sopravvivere, il corpo umano ha bisogno
di un flusso continuo di cibo, di ossigeno e di amore.
Senza di lei perderei tutti e tre.
Distanti, inizieremo lentamente a morire.
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Quand'è che ci si arrende, che si decide che il troppo è troppo?
La risposta è una sola. Mai.
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Alla prossima,
Samantha | Violet Moon
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