lunedì 25 maggio 2020

Review party: "Non sprecare il tempo, non sprecare l'amore" di Ann Napolitano

Buongiorno, readers e buon lunedì! Come state? Avete passato un bel fine settimana? Ultimamente il mio è un periodo un po' stressante e praticamente vivo contando i giorni che mancano al prossimo weekend. Non è proprio il massimo, lo so. Comunque sono riuscita a rilassarmi un pochino con le mie amate console. Se state pensando che ho giocato a Final Fantasy VII Remake avete indovinato. Se state pensando che ho anche giocato ad Animal Crossing: New Horizons avete indovinato anche stavolta. XD Ma bando alle ciance, oggi sono qui per il review party del libro Non sprecare il tempo, non sprecare l'amore di Ann Napolitano, organizzato dal blog The Mad Otter (grazie Tizy! ❤). Ringrazio inoltre la casa editrice per avermi fornito una copia del romanzo. Come sempre spero che la mia opinione possa esservi utile.



Ci tengo a sottolineare che questa, molto più di altre, è una recensione basata sulle emozioni, perché non si può prendere in considerazione una storia del genere senza basare tutto su ciò che il lettore prova (o non prova) tra le pagine del romanzo. Sono convinta che con storie del genere la bravura di un autore stia tutta lì. Buona lettura. ❤


Titolo: Non sprecare il tempo, non sprecare l'amore
Serie: autoconclusivo
Autore: Ann Napolitano
Editore: Mondadori

Pagine: 324
Prezzo: € 19,00 cartaceo
Data d'uscita: 19.05.2020

È una mattina d’estate quando Edward Adler, dodici anni, suo fratello e i suoi genitori partono dall’aeroporto di Newark per raggiungere Los Angeles, dove li attende una nuova vita. Tra i 187 passeggeri ci sono una giovane promessa di Wall Street, una ragazza che ha appena scoperto di essere incinta, un veterano di ritorno dall’Afghanistan, un anziano tycoon della finanza e una donna che sta scappando da un marito opprimente. Le loro vite, come spesso capita in queste occasioni, iniziano a entrare in contatto. Ma il volo su cui viaggiano non arriverà mai a destinazione e il piccolo Edward sarà l’unico sopravvissuto al disastro. “Caro Edward...” Iniziano così le e-mail e le lettere che persone da tutto il paese inviano all’indirizzo dei suoi zii, dove “il ragazzo miracolato” – come lo definisce la stampa – è andato ad abitare. La sua storia cattura l’interesse di un’intera nazione mentre Edward combatte per stare al mondo senza la sua famiglia. Una parte di lui è rimasta in cielo, con i suoi compagni di viaggio. Con una forza emotiva e una profondità dirompenti, Non sprecare il tempo, non sprecare l’amore è più di un grande romanzo: è una meditazione sulla vita, l’incontro con un cast di personaggi difficili da dimenticare e una riflessione sui modi sorprendenti in cui un cuore a pezzi impara ad amare di nuovo.
VOTO:
★★★★½

RECENSIONE
Quando un mese fa Tizy mi ha proposto di partecipare a questo review, mi è bastato leggere la sinossi per capire che il romanzo mi avrebbe fatto male. Inutile dire che ho accettato subito piena di entusiasmo perché, anche se tuttora non me lo so spiegare, sentivo di aver bisogno di una lettura simile. Così, armata di fazzoletti, mi sono buttata su una storia la cui carica emotiva mi ha quasi ridotta alle lacrime già dopo il primo capitolo. Se da un lato sono rimasta molto soddisfatta del romanzo, dall'altro devo dire che verso la metà ho iniziato a titubare, pensando di aver preso un abbaglio, in quanto la storia non mi stava coinvolgendo come all'inizio. Mi sono portata dietro questi dubbi per svariati capitoli e, per citare la mia amica Cri quando le ho parlato delle mie perplessità, mi ha risposto: «magari ti aspettavi qualcosa di straordinario, invece è solo qualcosa.»
Tuttavia la storia è scivolata via fluida e leggere è stato un piacere perché l'autrice è riuscita comunque a coinvolgermi, pagina dopo pagina. E quando finalmente ciò che stavo aspettando è arrivato, ne sono uscita distrutta, proprio come avevo pensato leggendo la sinossi. Mi sono dovuta fermare più volte perché le lacrime erano lì lì per scendere e non riuscivo a proseguire. Ma cosa stavo cercando esattamente? 
È difficile da spiegare perché è una questione puramente emotiva. Ciò che cercavo in questo romanzo era ciò che le lettere indirizzate a Edward mi avrebbero fatto provare.
La trama è ben strutturata e lo stile dell'autrice è fresco e incredibilmente fluido. Il romanzo oltre ad essere suddiviso in tre parti, è anche suddiviso in più archi temporali, raccontando attraverso un narratore onnisciente tutto ciò che il lettore deve sapere. Ci sono i capitoli che raccontano la storia di Edward, come affronta il lutto e come supera la depressione in cui cade subito dopo. E poi ci sono i capitoli relativi al volo. Quelli che ti permettono di conoscere alcuni dei passeggeri oltre alla famiglia Adler. Quelli che ti distruggono pagina dopo pagina, perché già sai che ti stai affezionando a persone che in realtà sono già morte. Ho trovato questo escamotage davvero geniale, perché in questo modo l'autrice ti colpisce su più fronti. I sensi di colpa e la depressione di Edward sono un duro colpo, ma questo... Più proseguivo nella lettura, più non volevo arrivare alla fine, ma allo stesso tempo volevo arrivarci perché avevo bisogno di sapere. Volevo capire cos'aveva provocato l'incidente, se ci sarebbe stato il capitolo con gli attimi che precedono lo schianto e, in quel caso, se mi avrebbe commossa com'era successo ad inizio romanzo. È stata dura, lo ammetto. Molto dura, perché tutta la terza parte è l'essenza stessa del romanzo.
Come accennavo prima, la parte centrale, ovvero la seconda, è stata quella che mi ha coinvolta di meno, in quanto è la più... statica. Non è noiosa, ma non possiede la carica emotiva della prima, con l'incidente aereo ancora "fresco", né quella della terza, con la presa di coscienza di Edward, la consapevolezza che merita di vivere esattamente come tutti gli altri. Ma soprattutto che il tempo è un dono e non andrebbe sprecato. Tutti i personaggi, in un modo o nell'altro, si rendono conto di cosa hanno perso, ma soprattutto di cosa hanno sprecato, pensando di avere tutto il tempo del mondo per dire o fare cose che invece non avrebbero dovuto rimandare. Ho apprezzato la scelta dell'autrice di raccontare la storia in questo modo, prendendosi la libertà di raccontare cose che attraverso un semplice pov in terza persona non potrebbe raccontare. Ci sono tante piccole informazioni dentro queste pagine che permettono al lettore di conoscere meglio soprattutto i personaggi secondari, quelli a cui normalmente non si presterebbe attenzione, rendendo il romanzo ancora più particolare.
La crescita di Edward è molto lenta, proprio perché in realtà lui non vorrebbe crescere, nonostante sia una cosa inevitabile. Più si avvicina ai quindici anni, più vorrebbe che quel giorno non arrivasse mai, perché è l'età che aveva suo fratello Jordan quando l'aereo si è schiantato. Ammetto che proprio questo suo modo di fare a volte mi ha fatto dimenticare il tempo che passava all'interno del romanzo, perché non c'erano cambiamenti visibili nel suo comportamento e, se non fosse stato per le date segnate all'inizio di ogni capitolo, avrei dimenticato quasi subito la sua età. All'inizio questa cosa mi ha lasciata un po' perplessa, salvo poi rendermi conto che era una cosa normalissima, perché in quel momento era giusto così. Una cosa che però mi ha infastidita parecchio è stata la troppa attenzione della gente nei confronti di Edward, perché mi è sembrata decisamente eccessiva. Non perché non la capisco, ma tendenzialmente le persone perdono interesse per tutto già dopo cinque minuti, quindi vedere ancora tutta questa ossessione per un ragazzino che ha solo bisogno di essere lasciato in pace dopo mesi e mesi mi è sembrata strana. Forse sono io che ho una concezione diversa di privacy, non lo so. In ogni caso ogni persona vicina a Edward si è presa cura di lui a modo suo, compensando questo eccessivo accanimento.
La stessa cosa vale per le lettere: alcune le ho trovate di una dolcezza infinita, altre di una irrispettosità allucinante. Ora, io capisco che tutte quelle persone hanno vissuto un lutto, eppure c'è modo e modo per dire le cose, ma soprattutto ci sono cose che a un ragazzino di dodici anni non andrebbero dette e basta, specialmente a uno emotivamente e psicologicamente fragile come lui. So benissimo di aver detto che le lettere sono state quella cosa che aspettavo fin dall'inizio del romanzo, visto e considerato che il titolo originale è proprio Dear Edward, e ammetto di essermi fatta un'idea sbagliata per questo prima ancora di iniziare. Questo non mi ha impedito di godermi la lettura, ma allo stesso tempo una volta arrivata a queste dannate lettere, sono rimasta un po' a bocca asciutta. Pur avendola apprezzata, credo che sia stata un po' troppo affrettata come parte, perché mi sarebbe piaciuto che l'autrice ci dedicasse più tempo. Forse sono io che le ho attribuito fin troppa importanza, ma ripeto, da un romanzo con un titolo del genere, mi aspettavo qualcosa di un po' diverso.
Per fortuna a fianco del nostro protagonista c'era Shay, la giovane vicina di casa degli zii di Edward, John e Lacey. Certe volte ammetto che mi ha esasperata un pochino, ma allo stesso tempo so che Edward non sarebbe mai uscito dalla depressione senza di lei. È difficile da spiegare, ma per quanto apprezzi Shay e John, che insieme al preside Arundhi e a Mahira sono stati i personaggi che ho apprezzato di più, nessuno di loro mi è rimasto impresso nello stesso modo in cui lo hanno fatto Eddie e gli altri passeggeri. Probabilmente l'aver vissuto le ultime ore di vita di tutti loro ha fatto in modo che gli altri personaggi secondari passassero più in sordina, non lo so. Ripeto, mi è molto difficile spiegarvi a parole cosa questo romanzo mi abbia trasmesso. Questo perché molti personaggi hanno avuto reazioni o comportamenti che mi hanno irritata, ma allo stesso tempo non posso biasimarli del tutto vista la situazione. Be', almeno la maggior parte di loro. Avrei davvero tanto altro da dire su molte cose, ma non voglio rischiare di fare spoiler, quindi preferisco fermarmi qui.
In conclusione nonostante il romanzo si sia rivelato un po' diverso dalle aspettative che mi ero fatta, sono comunque rimasta soddisfatta e ho apprezzato il modo in cui l'autrice ha raccontato una storia così tragica. La crescita di Edward è davvero lenta, ma ricca di significato. Lo stile è fresco e coinvolgente fin dall'inizio e staccarsi dalle pagine è davvero difficile. Consiglio la lettura più o meno a tutti, anche a chi non ama particolarmente questo genere, perché trovo che il messaggio tra le pagine del romanzo sia d'impatto e merita di essere letto. Ognuno di noi dovrebbe riflettere su come impiega il proprio tempo, perché non possiamo sapere come e quando ci verrà strappato.

E con questo direi che per oggi è tutto. So bene che la recensione è molto diversa dalle solite che scrivo, ma in fin dei conti anche il romanzo in questione lo è. Spero di non avervi annoiati con la mia opinione e come sempre vi ringrazio per essere arrivati fin qui. Buona giornata, un bacio. 
Alla prossima,
Feeling Reading
Bontix

4 commenti:

  1. Ero molto incuriosita da questa storia già quando me ne avevi parlato e basta, ma ora leggendo la tua recensione so con certezza che lo leggerò. Quando avrò bisogno di farmi un bel pianino, probabilmente!

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    1. In quel caso è il romanzo ideale. XD Almeno, con me ha funzionato. :P

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  2. Che dire, mi hai commosso! Ed è stato bellissimo poter condividere con te questa meravigliosa lettura!

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    1. Grazie ancora, seriamente. Mi ha fatto molto piacere e commentare insieme è stato bellissimo, soprattutto perché mi sono sentita un po' meno a pezzi parlandone.

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