Sometimes Love just isn’t enough.
Il male nasce sempre dove l’amore non basta.
Hermann Hesse.
Hermann Hesse.
Londra, 20 Luglio 2110.
Erano passati ormai più di cento anni da allora.
Katherine Pierce era una giovane studentessa della Virginia quando il giovane, ma soprattutto affascinante e misterioso, Stefan Salvatore entrò nella sua vita. La ragazza fu immediatamente attratta da lui. Sbocciò così, pin piano, l’amore. Ma Stefan nascondeva un segreto: era un vampiro.
Per Katherine – a differenza del suo primo amore, Elena Gilbert – non fu affatto un problema.
« Lo sospettavo da un po’ » disse Kat, quando Stefan le raccontò la sua storia.
« Come? » domandò lui « Lo sapevi già? » la ragazza annuì, avvicinandosi al giovane che le aveva rapito il cuore. Poco le importava che fosse un vampiro, un essere umano o, perfino, un troll. Lei lo amava più della sua stessa vita.
I mesi passavano e il loro amore cresceva. Divenne così grande e viscerale che un’idea malsana ed egoista si fece strada nella mente di Stefan.
« Sto pensando una cosa » disse lui, mentre teneva la ragazza tra le braccia. Erano a letto, a casa loro – sì, con la scusa del College erano andati a vivere insieme – avevano appena fatto l’amore.
« A cosa? » domandò lei, seriamente curiosa.
« Non riesco ad immaginare un’eternità senza di te, amore mio » disse Stefan, sfiorando la guancia calda di Katherine. Lei sussultò, mettendosi meglio per fissarlo negli occhi. Possibile che avesse capito male? Era ciò che voleva da quando comprese di essersi innamorata di lui. Ma Stefan non le aveva mai dato certezze, lui era contrario a farla diventare come lui. Un vampiro.
« Stefan… Stai dicendo che… »
« Che voglio trasformarti e tenerti per sempre con me » disse. Non era mai stato più sicuro di qualcosa in tutta la sua esistenza. Gli occhi di Katherine si riempirono di lacrime – ovviamente di gioia – e gettò le braccia al collo di Stefan baciandolo, ringraziandolo, dicendogli quanto lo amava, quanto lo amasse da sempre e, soprattutto, quanto lo avrebbe sempre amato.
Ma le cose cambiano. Esse mutano, sempre.
Kat stava aspettando che Stefan rientrasse dalla caccia. A differenza degli altri vampiri, lui si nutriva di sangue animale. La ragazza stava studiando per un esame – l’ultimo per quel semestre. Non vedeva l’ora che il suo ragazzo tornasse. Quella notte avrebbero festeggiato il loro secondo anniversario: erano passati ormai due anni da quanto il giovane, e bellissimo, vampiro era approdato al liceo di Mystic Falls, Virginia.
« Amore » la salutò Stefan, rientrando « Come hai passato la giornata? » le domandò, di tutta risposta Kat gli sventolò il libro davanti agli occhi e gli sorrise. Lui si chinò dolcemente, posando le labbra su quelle della ragazza « Buon anniversario, amore mio » le sussurrò, facendola arrossire.
« Tanti auguri anche a te, amore » ricambiò lei « Ti amo ».
Stefan le prese la mano, portandola in giardino. E ciò che le si presentò davanti le fece sussultare il cuore di gioia: tutto il prato era costellato da miliardi di candele e rose rosse.
« Oh, mio Dio » sussurrò Katherine, sentendo gli occhi pungere per la troppa emozione.
« Ti amo » le sussurrò Stefan, circondandole la vita con le braccia. Posò il mento sopra la sua testa castana e la strinse a sé « Ti ho amata dal primo momento in cui i miei occhi si sono posati su di te, nel corridoio della scuola. E ti amerò per tutta l’eternità, di più… Ogni giorno più di quello prima » la lasciò andare, inginocchiandosi dinanzi a lei. In mano teneva una piccola scatoletta di velluto rosso. Essa era quadrata, molto graziosa. Il cuore di Katherine si fermò per la troppa eccitazione. Stefan era davvero lì dinanzi a lei? Inginocchiato e con una scatoletta così piccola in mano?
« Questi ventiquattro mesi – questi due anni – per me sono stati indimenticabili. Mi sono sentito vivo, davvero, per la prima volta in più di cento anni. E questo è potuto succedere solo per merito tuo. Ho capito che senza di te non potrei stare. Non riesco neanche ad immaginarla una vita – un’esistenza – senza averti al mio fianco. Per questo motivo, Katherine Pierce, ti chiedo: vuoi rendermi il vampiro più felice del mondo? Vuoi diventare mia moglie? ».
La ragazza trattenne il respiro per qualche istante e poi si buttò addosso al giovane, baciandolo senza smettere nemmeno un secondo.
« Sì! » gridò « Sì, sì, sì Stefan, voglio diventare tua moglie! ».
Passarono la notte a festeggiare il loro fresco e duraturo amore. Ballarono, risero, si amarono… L’unica cosa alla quale entrambi riuscivano a pensare era che sarebbe durata per sempre.
In eterno.
Katherine Pierce divenne la signora Salvatore, esattamente sei mesi dopo la proposta di matrimonio di Stefan. La trasformò durante la luna di miele.
I problemi iniziarono quando sopraggiunse la monotonia – almeno per Katherine. La giovane vampira era un tipo piuttosto vivace. Era viziata e straordinariamente arrogante – o almeno, lo era diventata dopo la trasformazione. Ma Stefan era cieco, come era giusto che fosse. Il suo cuore, muto, era puro. Accecato dall’amore e dall’idea che aveva ancora di quella Kat umana, che da qualche anno non esisteva più. Non vedeva più i suoi radiosi sorrisi, i suoi occhi scuri rallegrarsi per un suo bacio o un abbraccio. Ma lui sperava. Sperava sempre. Magari era un momento, pensava. Ma quel momento durava da troppo tempo.
I guai aumentarono quando fece ritorno a casa Damon Salvatore. Il giovane vampiro, fratello di Stefan, era attraente, affascinante. Proibito. Ciò stuzzicò la curiosità di Katherine, portando la stessa a tradire il marito più e più volte. All’inizio era solo Damon, poi sopraggiunse Klaus e altri ancora. Le piaceva vivere nel pericolo. Le piaceva vivere in un film, in un romanzo. Ma non si era mai fermata a riflettere che così facendo avrebbe annientato l’unico vero e grande amore della sua vita. Perché lei amava Stefan, lo amava con tutta sé stessa. Il problema era che lui l’amava troppo. Lui doveva esserci quando lo voleva, e doveva andare via quando non le serviva. Un po’ come faceva Damon… Ma Damon non era colui che amava. Damon era un passatempo, qualcuno da portarsi a letto quando aveva voglia di sesso. Non di amore – quello che Stefan le donava ogni notte sotto le lenzuola – ma sesso. Quello vero, violento, animalesco. Quello che solo uno come Damon le poteva dare. Piacere puro, estasi… Esaltazione, pericolo. Erotismo. Stefan la toccava come fosse fatta di porcellana. Pura e semplice. Qualcosa da proteggere, nonostante ora non ne avesse più bisogno. Damon era qualcos’altro. La toccava come voleva essere toccata. Con passione, desiderio.
Il fratello che l’amava troppo e quello che non l’amava abbastanza.
Le piaceva pensarla così.
« Ecco dove ti eri cacciata, furbetta » le disse Damon, entrando nel salone. Stefan non c’era, si trovava a caccia.
« Mi cercavi? » domandò, con tono provocante, Katherine. Damon saltò sul divano e si mise comodo.
« Mi stavo annoiando » le rispose, alzando un sopracciglio. Si passò la lingua sulle labbra, inumidendole. Questo gesto accese qualcosa nella giovane vampira. Sentì la fame risalire dallo stomaco alla bocca e percepì caldo, verso il basso ventre. Lei lo voleva. Voleva Damon con ogni fibra del suo essere. Non ne sapeva neppure il motivo, ma lo voleva. Come una bambina che vede un giocattolo che la mamma non le vuole comprare.
« Ti sento mmm accaldata, Kat » scherzò Damon, sapendo benissimo quali tasti toccare per farla cedere. Lui conosceva il fascino che le trasmetteva, la voglia, il desiderio che esercitava su di lei.
« Non essere idiota » rispose la vampira, andando verso il tavolo del soggiorno. Damon le sopraggiunse alle spalle, sbattendola su di esso con foga.
« Sei forse impazzito?! » quasi urlò, cercando di non pensare alle mani di lui sui suoi fianchi.
Damon non rispose, si avventò sulle sue labbra. Divorandole. Kat non resistette e ricambiò con impeto quel bacio. Le mani di Damon vagano sul suo corpo, lacerando la stoffa dei vestiti. Li strappò via, liberandosene uno dopo l’altro. La vampira perse il controllo: ringhiò, scoprendo i denti, e sbatté Damon su una colonna. Cominciò a spogliarlo, baciarlo… Lo voleva. Lo bramava. Ed anche lui.
Passarono la notte su quel muro, smettendo solo poco prima che Stefan ritornasse a casa.
« Dobbiamo parlare. » disse Stefan, quando Kat tornò dalla caccia. L’attendeva nel grande salone della loro enorme villa vittoriana. Era seduto tranquillamente su una poltrona.
« Proprio adesso? » domandò lei « Ho cacciato tutta la notte, Stefan. Sono stanca e vorrei farmi una doccia, anzi… » disse lasciva, avvicinandosi a lui « Perché non mi fai compagnia? Ho proprio bisogno di qualcuno che mi lavi la schiena e… magari, anche qualcos’altro… »
« Non questa sera, Katherine. » disse lui, allontanandola bruscamente.
« Mmm… sesso violento » osservò lei, mordendosi le labbra « Mi piace »
« Non faremo niente, Katherine. Né amore né sesso. Niente. »
Era stanco Stefan. Esausto, sfiancato. Si era visto scivolare via, pian piano, tutta la sua vita. Sì, perché mai si era sentito reale e vivo come negli ultimi cento anni. Lui era rinato incontrando lei.
« Cosa sono quelle valigie? » domandò la giovane, con voce tremante. Ma Stefan non rispose.
« STEFAN!? » urlò, ringhiando lei. La paura le attanagliò il cuore. Perché c’erano quei badagli? Era arrivato qualcuno? Forse, Damon, se ne stava andando?
« Vado via » disse Stefan, senza guardarla. Senza permettersi di vedere i suoi occhi lucidi, inondarsi di lacrime. Senza far in modo che il suo amore per lei lo inducesse a cadere in tentazione di restare.
« No. » disse Katherine « No, no, no! Perché? Stefan, perché? »
« E hai anche il coraggio di chiedermi perché!? » urlò lui, scaraventando il tavolo di legno pregiato fuori dalla terrazza. Per la prima volta, Kat, ebbe paura di lui.
« Mi fai… Mi stai facendo paura, Stefan »
« Io ti amavo davvero, Katherine » disse, mentre sentiva il suo cuore frantumarsi « Ti ho sempre amata molto. E tu? Come fai a guardarmi in faccia? Vai a letto con Damon. Ti sei scopata Klaus! Hai fatto sesso con non so quanti altri vampiri… »
« Oddio! » inorridì la ragazza. Lui aveva scoperto tutto.
« Mi credevi così stupido? » le domandò « Credevi che non l’avrei mai scoperto? Che avresti potuto continuare così per l’eternità. Già immagino quello dicono di me! "Guardate, c’è Stefan, il vampiro con la moglie puttana!" » urlò, distruggendo tutto quello che aveva davanti.
La casa – la loro casa – stava diventando solo un mucchio di macerie. Come il loro matrimonio. E la colpa era stata solo sua. Katherine non riusciva a trovare le parole, non sapeva cosa fare.
Se la tiri troppo, la corda si spezza, pensò. E lei aveva esagerato. Lei aveva sbagliato. E adesso il destino le stava presentando il conto.
« Fammi spiegare… »
« Cosa devi spiegare? COSA!? » ringhiò, contro sua moglie « Io avrei dato via la mia vita per te! »
« Stefan, perdonami! » disse la ragazza, gettandosi a terra. Piangeva.
« Perdonarti? » disse freddo, senza traccia di emozione nella voce « Perché dovrei perdonarti? Se non lo avessi scoperto non mi avresti mai detto nulla, Katherine. Avresti continuato a prenderti gioco di me, per l’eternità. Ed io stupido! Non me ne sono mai reso conto. Tutti i nostri amici dicevano che eri cambiata, che non eri più la stessa. Ma no, io continuavo a elogiarti! A elogiare il nostro amore perfetto! Un’utopia, ecco cos’è diventato. Una bella barzelletta per tutti. Di quei due ragazzi che si amavano cent’anni fa non è rimasto niente, solo due fantasmi troppo vecchi e troppi stanchi per farsi ancora vedere »
« Stefan, ti prego! »
« Non pregare, non supplicare. Non fare niente. Non puoi più fare niente. Hai distrutto tutto, Katherine. Tutto »
« Ti… ti prego, se mi ami… » tentò lei, ma non la fece finire.
« SE TI AMO!? » strillò, completamente accecato dalla rabbia « Se tu avessi amato me, nulla di quello che hai fatto sarebbe mai accaduto! » la afferrò, a velocità vampiresca, e la portò davanti ad uno specchio.
« Guardati, Katherine » disse, tenendole il viso tra le mani « Guarda quello che sei diventata. Guarda quello che hai fatto diventare me! » ruppe lo specchio, facendone rimanere solo pochi frammenti.
« Ecco cos’è rimasto del nostro amore » continuò Stefan « Solo briciole » si voltò, lasciandola cadere sul pavimento e si diresse verso le valigie.
« Non mi lasciare » disse lei, in lacrime « Cambierò, posso cambiare! Posso tornare quella che ero, quella che amavi. Aiutami a salvarmi, a salvarci... »
« Salvati da sola » sussurrò lui, in lacrime. Fece un passò, ma la strada fu bloccata dalla vampira. Era disperata.
« Stefan, per favore. Per favore, ti prego! Noi ci amiamo. Ho sbagliato, ho commesso tanti errori, ho fatto schifo! Sono stata una puttana, lo so. Una sgualdrina avrebbe più dignità di me in questo momento. Ma ti prego… ti prego. Abbiamo l’amore dalla nostra parte, Stefan » il ragazzo sorrise amaramente, accarezzando la guancia rigata dalle lacrime della ragazza.
« A volte l’amore con basta » disse, posando le labbra su quelle di sua moglie. Un’ultima volta.
« Ti amerò sempre, Katherine » disse infine « Fino alla fine del mondo ».
La lasciò lì, spezzata e singhiozzante. Mentre egli stesso si allontanava, percependo la propria anima frantumarsi, annientarsi. Aveva perso tutto. Avevano perso tutto. Per cosa? Era questo che entrambi si chiedevano e si sarebbero domandati sempre.
L’amore è quel sentimento travolgente che ti fa scoppiare il cuore. Tutti – buoni o cattivi – lo provano. Vi sono state scritte tragedie, opere, poesie. Eppure nessuno ha mai saputo definirlo correttamente. Nell’amore non c’è malvagità. L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai presuntuoso o pieno di sé, ne è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L'amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. Esso è innocente e puro, come il sorriso di un bambino.
Ma è proprio nel cuore di chi perde l'amore della sua vita che germoglia qualcosa di terribile, doloroso e corrosivo. Soprattutto per se stessi: il male.
Esso nasce sempre dove l'amore non basta.
FINE.
La storia non è completa, in quanto il rating di essa è ROSSO. Essendo un blog pubblico, il mio, ho estromesso quella parte - soprattutto per non trasgredire le regole di blogger. Per chi fosse maggiorenne e interessato a leggerla completa - o rileggerla, magari - vi ricordo che può essere trovata QUI.
Ricordo che la storia è stata scritta da ME, quindi i diritti di essa sono MIEI. I personaggi sono stati presi in prestito da Lisa Smith, ma la storia sopra pubblicata è interamente farina del mio saccio! E' vietato, quindi, copiarla altrove o spacciarla per vostra. Se scopro di essere stata plagiata mi inca**o a bestia, siete avvisati tutti.
Spero che la one-shot sia stata di vostro gradimento!
Grazie a chi leggerà e a chi vorrà lasciarmi un proprio pensiero; punto di vista.
Grazie a chi leggerà e a chi vorrà lasciarmi un proprio pensiero; punto di vista.
Alla prossima! :*
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