giovedì 6 febbraio 2020

Recensione: "Il guardiano degli innocenti" di Andrzej Sapkowski

Buongiorno a tutti, readers! E buon giovedì! Come state? Anche la prima settimana di febbraio sta per volgere al termine, e domani sera inizia il tanto atteso weekend *.* Io però non potevo rimandare ancora la pubblicazione di questa recensioneLo so, lo so, se vi è già caduto l'occhio sulla copertina, oltre che sul titolo del romanzo di cui andremo a parlare fra pochissimo, vi starete chiedendo perché ho deciso di utilizzare la cover della vecchia edizione e non della nuova. I motivi sono presto spiegati: 1) è la versione che possiedo e quindi che ho letto e 2) ho scoperto che le vecchie edizioni continueranno ad essere stampate, pertanto ho pensato di unire l'utile al dilettevole, segnalandovelo qui. XD E adesso basta tergiversare... di seguito la mia opinione su Il guardiano degli innocenti di Andrzej Sapkowski! Buona lettura. 


Titolo: Il guardiano degli innocenti
Serie: The Witcher #0.5
Autore: Andrzej Sapkowski
Editore: Nord
Pagine: 370
Prezzo: € 18,00 ed. cartacea e € 9,99 ebook
Data d'uscita: 13.05.2010
Geralt è uno strigo, un individuo più forte e resistente di qualsiasi essere umano, che si guadagna da vivere uccidendo quelle creature che sgomentano anche i più audaci: demoni, orchi, elfi malvagi... Strappato alla sua famiglia quand'era soltanto un bambino, Geralt è stato sottoposto a un durissimo addestramento, durante il quale gli sono state somministrate erbe e pozioni che lo hanno mutato profondamente. Non esiste guerriero capace di batterlo e le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui. Lo considerano un male necessario, un mercenario da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi degli uomini: molti di loro nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti. Spesso si rivelano peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Proprio come i cavalieri che adesso sono sulle sue tracce: hanno scoperto che Geralt è gravemente ferito e non vogliono perdere l'occasione di eliminarlo una volta per tutte. Per questo lui ha chiesto asilo a Nenneke, sacerdotessa del tempio della dea Melitele e guaritrice eccezionale, nonché l'unica persona che può aiutarlo a ritrovare Yennefer, la bellissima e misteriosa maga che gli ha rubato il cuore...
VOTO:


RECENSIONE
Come vi avevo anticipato nel post sul recap letterario di qualche settimana fa, tra le varie delusioni personali del 2019 c'era anche il non essere riuscita a leggere i libri sulla saga di Geralt di Rivia nel corso dell'anno, in quanto non sono una che ama seguire la massa e avrei preferito farlo prima che scoppiasse la The Witcher-Mania, come l'avevo definita. Per chi di voi segue anche la rubrica It's time to play saprà che sono una grandissima fan del videogioco, tant'è che secondo il recap ricevuto sul mio profilo personale PlayStation, The Witcher 3 - Wild Hunt mi ha tenuto compagnia per ben 238 ore nel corso dell'anno appena concluso. Per questo motivo ho deciso di smetterla di procrastinare e recuperare al più presto questa mia mancanza, così parlando con la mia amica Serena del blog Le Cahier Rayé abbiamo deciso di fare un gruppo di lettura per poter leggere e commentare insieme tutti i libri della serie, leggendone uno al mese. 
Dopo questa lunghissima premessa vi starete sicuramente chiedendo in cosa Il guardiano degli innocenti non mi abbia del tutto convinta. Diciamo che sono ben consapevole di essere partita avvantaggiata in quanto conoscere già i personaggi e le varie dinamiche mi hanno aiutata davvero molto durante la lettura. Questo perché il mondo creato da Sapkowski non è proprio facile da capire all'inizio se non si hanno almeno un paio di nozioni base, cosa secondo me fondamentale in un buon fantasy che si rispetti, visto che la regola sta proprio nell'inventare un mondo da zero. La differenza sta tutta nel fatto che tendenzialmente una saga inizia da un romanzo, non da una raccolta di racconti, di conseguenza tra le pagine del romanzo l'autore racconta in modo più o meno dettagliato il mondo da lui creato, permettendo al lettore di immaginare ciò che sta leggendo. Ecco, con Il guardiano degli innocenti questo non succede perché non nacque inizialmente come romanzo, bensì come singole novelle pubblicate su alcune riviste polacche specializzate principalmente sul genere fantasy, di conseguenza l'autore fu costretto a "stringere" un po' la storia a discapito della caratterizzazione dei personaggi e di una descrizione più accurata del world buildingQui di spiegazioni ce ne sono davvero poche, non si sa nulla sulla storia, la politica, la geografia, la cultura ecc... di conseguenza ho cercato di valutare il più oggettivamente possibile il romanzo, sapendo che senza le mie conoscenze "pregresse" questa lettura non mi avrebbe soddisfatta allo stesso modo ed è giusto che ne tenga conto. Detto questo non ho nessunissimo problema ad ammettere che l'autore è comunque stato molto bravo nello scrivere i suddetti racconti, perché nonostante ciò la storia mi ha coinvolta fin dalla prima pagina.
La trama si dirama su più linee temporali, purtroppo non ben specificate, anche se posso presumere che le cinque novelle ambientate nel passato siano in ordine cronologico, mentre è chiaro che i capitoli intitolati "La voce della ragione" siano il presente di Geralt. Ogni novella aiuta il lettore a comprendere sempre di più cosa significhi essere un witcher (mi dispiace, mi rifiuto di utilizzare il termine italianizzato "strigo"), senza contare che permettono di vedere sprazzi del passato del protagonista, nonostante manchi una spiegazione vera e propria. Tra le varie informazioni sparse, le più rilevanti sono sicuramente le vicende a Blaviken, la prima avventura con Dandelion (per il mio bardo preferito vale lo stesso discorso witcher-strigo di cui sopra) e il primo incontro con Yennefer. Essendo Yen la mia maga prediletta, la novella "L'ultimo desiderio" era ovviamente quella che m'interessava di più e, giustamente, l'ultima prima del capitolo conclusivo. Perché non sia mai che un libro mi dia una gioia subito, così su due piedi. Anzi, proprio per questo, Sapkowski ha pensato bene che la bomba nella pagina finale sarebbe stata una conclusione perfetta. Maledetto. Lo ammetto, non mi aspettavo minimamente di beccare un cliffhanger del genere in un romanzo pubblicato per la prima volta in Polonia nel 1993. Per fortuna ho già La spada del destino a portata di zampa. Per quanto riguarda l'ambientazione e la costruzione del mondo vero e proprio, come dicevo prima, ho trovato il world building solamente abbozzato, eppure ciò che l'autore ci mostra è più che sufficiente per suscitare curiosità. Personalmente adoro il mondo creato da Sapkowski, per questo motivo non sono rimasta molto soddisfatta perché avrei voluto vedere molto di più. Un'altra cosa che mi ha lasciata un attimo perplessa e mi ha leggermente infastidita è stata la mancanza di una traduzione sulle frasi scritte nelle Lingue Antiche, come l'elfico o il nanico nella novella "I confini del mondo". Una semplice nota a piè di pagina secondo me sarebbe stata perfetta, perché è vero che alcune parole sono intuibili grazie al contesto, ma i dialoghi composti da intere frasi in Lingua Antica sono più difficili da interpretare. Ora, lo so che ci sono un bel po' di anni a distanziare queste due opere e questi due autori, ma sono sicura che Kristoff gli avrebbe prestato qualche nota più che volentieri. XD Tornando a fare la persona seria, le frasi in questione sono davvero pochissime e solo in questa specifica novella, però non sapere il significato preciso un po' mi irrita perché sono curiosa di natura. E adesso parliamo un po' dei vari protagonisti. Tra i vari personaggi presenti nei racconti nessuno viene descritto abbastanza da poter godere di una buona caratterizzazione, nemmeno Geralt. Sicuramente le briciole che Sapkowski lancia sono sufficienti per invogliare il lettore a proseguire nella lettura, con la speranza di approfondire al più presto la conoscenza dei vari personaggi presentati, due su tutti appunto Dandelion e Yennefer. Geralt di Rivia è il protagonista assoluto, eppure in 370 pagine si scopre poco e niente sul suo conto. Certo, in "Una questione di prezzo" una cosa in particolare mi ha lasciata a bocca aperta, ma è praticamente stata l'unica occasione. Per il resto non si sa nulla se non che è eccezionale in tutto ciò che fa, talmente tanto che sono rimasta stupita del fatto che a volte alcuni avversari riuscissero a dargli del filo da torcere. Alcuni scontri sono talmente facili da risultare quasi... noiosi. Non che questo sia un difetto, sia chiaro, ma personalmente avrei preferito vederlo più in difficoltà, un po' come succede nella novella "Un briciolo di verità"poiché quello è stato il combattimento dove ha effettivamente dimostrato cosa significhi davvero essere un witcher. Dandelion è e rimarrà sempre uno dei miei personaggi preferiti, non posso farci nulla. Onestamente non so spiegarvi il perché, visto che in realtà non fa molto a parte chiacchierare a ruota libera, fare il cascamorto con ogni donna che incontra e, be', comporre nuove ballate sulle gesta di Geralt. Credo che un po' dipenda dal fatto che lo adoro anche nel videogioco. Yennefer di Vengerberg è la prima maga che incontriamo (in realtà il primo mago sarebbe Stregobor, ma lui è inutile, quindi non lo considero nemmeno) e benché si sappia poco su cosa significhi essere un mago nel mondo creato da Sapkowski, le abilità magiche di Yen non passano di certo inosservate. È una persona estremamente capricciosa, altezzosa, è molto intelligente e scaltra, ed è perfettamente consapevole delle sue capacità e non ha problemi ad utilizzare la sua bellezza a proprio vantaggio. Che posso dire, la adoro. Purtroppo però questo al momento è tutto ciò che l'autore ci fa sapere su di lei e, nonostante già la conosca piuttosto bene, sono parecchio curiosa di scoprire come Sapkowski l'abbia dipinta. Dico questo perché, purtroppo, ho letto parecchi pareri contrastanti proprio su Yen a causa delle descrizioni dell'autore. Non ho mai approfondito il discorso per non farmi influenzare, eppure ammetto di essere parecchio curiosa. Nenneke e Iola meritano una menzione speciale. Sacerdotessa del Tempio di Melitele la prima e adepta la seconda, aiutano Geralt durante il suo breve soggiorno al Tempio. Purtroppo l'autore non scende nei dettagli e non spiega quale sia il vero motivo per cui Geralt chiede aiuto a Nenneke, né tanto meno ne specifica le cause. Tuttavia a posteriori i pochissimi indizi sparsi tra le varie pagine acquistano un nuovo significato, soprattutto alla luce degli eventi nell'ultima pagina. Lo stile è il motivo principale per cui ho rimandato la lettura per anni, in quanto la paura di trovarlo ostico e datato, passatemi il termine, mi ha frenata parecchio. Per mia fortuna tutti questi timori si sono rivelati infondati e ho divorato il libro imbrogliando sui tempi di lettura stabiliti nel GDL. Non so se questo dipenda dal fatto che essendo tutte novelle non ci sono grossi punti morti nella narrazione o se è proprio lo stile di Sapkowski ad essere così fluido, eppure non riuscivo a staccarmi dalle pagine.
In conclusione mi ritengo piuttosto soddisfatta, anche se non lo sono al 100% per i motivi sopra elencati. Non vedo l'ora di iniziare la lettura de La spada del destino il 10 Febbraio.

E questo è tutto, io vi ringrazio per aver avuto la pazienza di arrivare fin qui. Allora, qualcuno di voi ha già letto i libri di The Witcher in questi anni? Nel caso, mi piacerebbe molto parlarne nei commenti. Ora vi saluto, un bacio! 
Alla prossima,
Feeling Reading
→ Bontix

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