sabato 16 maggio 2015

Recensione: "Con te ho imparato a volare" di Francesco Gungui

Buona sera, readers! Come ve la passate? Da queste parti il tempo è pazzo; ieri sembrava autunno e oggi primavera inoltrata. Ma visto che le mie rose in vaso sono sbocciate non mi lamento, soprattutto non amando particolarmente l'estate e il caldo torrido. E, come se non bastasse, provo un'invidia assurda per chi è potuto andare al Salone del Libro di Torino! Sarà per il prossimo anno, per me... Ma chi si trova lì, se vuole condividere con me qualche scatto mi farebbe felice. Tornando qui e al presente, oggi vi lascio la recensione di un libro arrivatomi a inizio settimana dalla casa editrice. Sto parlando di Con te ho imparato a volare di Francesco Gungui. Di seguito, come di consueto, i dettagli e il mio parere.
Titolo: Con te ho imparato a volare
Autore: Francesco Gungui
Editore: Fabbri
Pagine: 288
Prezzo: € 16,00
Data d'uscita: 7 Maggio 2015

Michele e Rebecca sono più che amici. Sono quasi fratelli. Passano interi pomeriggi a parlare di tutto, a divertirsi con niente, a condividere sogni ed emozioni. Insieme hanno provato addirittura a volare. Una rincorsa sul prato, un salto nel vuoto e pochi istanti che hanno trasformato un sogno in realtà. Poi la caduta, e l’illusione del volo che si spezza e diventa un abbraccio, un bacio, un piccolo meraviglioso incidente. Ma una sera d’autunno tutto cambia e una tragedia stravolge il loro futuro.
Da quel giorno maledetto Michele diventa un’altra persona, si rifugia in se stesso, costruendosi intorno una corazza con cui si protegge dalle emozioni e sfugge ai ricordi. Allontana Rebecca, la perde, si lascia andare alla deriva. Ma lei sa che sotto quella corazza c’è ancora il ragazzo che ha conosciuto e che desidera volare.
VOTO:


RECENSIONE.
Non so da che parte iniziare per parlare di questo romanzo. Infatti ho iniziato questa recensione almeno cinque volte, cancellandola puntualmente, per poi ricominciare. Alla fine mi sono detta, vai a braccio e vedi che succede.
La storia si apre con i due protagonisti, Michele e Rebecca, al parco. Sono amici di sempre, praticamente fratelli, anche se le cose - iniziando le superiori - cominciano a cambiare. Almeno per Michele. Ed è così che, dopo l'insistenza di Rebecca per provare a volare, realizzando uno dei sogni di Michele, tra i due scappa un bacio. Il primo bacio. Pian piano, i due ragazzi cercano di capire cosa significa quel gesto, quel piccolo contatto... Ma le cose cadono inevitabilmente nel dramma, quando uno spiacevole incidente cambia drasticamente la vita di Michele. I due si allontanano per due anni, Michele torna in Sardegna con la famiglia, e quando rientra a Milano è cambiato; non è più il ragazzino cresciuto con Rebecca.
Dalla trama si può pensare che Con te ho imparato a volare sia il classico YA o NA di questi tempi. Beh, non è per niente così. Questo romanzo è uno specchio della realtà che, purtroppo, ci circonda. Un romanzo che tratta temi come il bullismo scolastico, le brutte compagnie e le pessime abitudini dei giovani; le strade che a volte percorriamo erroneamente. Problemi attuali, come il lavoro scarso e i pochi soldi in tasca utilizzati per mandare avanti una famiglia, con i suoi costi. I sacrifici. Questo romanzo non è un romanzo, perché di romanzato - come si suol dire - c'è davvero ben poco. I pensieri profondi dei protagonisti sono davvero piccole perle, frasi che fanno riflettere. E lo stile dello scrittore è fluente, rendendo scorrevole la lettura. Personalmente, non ho faticato a entrare nella storia e nei luoghi. Sono nata e cresciuta a Milano, pertanto le descrizioni e i riferimenti ai suoi luoghi o a Quarto Oggiaro, cittadina dove è ambientata l'intera vicenda, sono stati da me colti e immaginati senza sforzo. La penna di Francesco Gungui è letale, ricalca temi forti rendendoli semplici da comprendere, ma senza cadere nella superficilità delle cose. Michele e Rebecca sono ben delineati. Se il primo è un sognatore all'inizio, pian piano cresce diventando un disilluto, troppo corrotto dalla società che lo circonda. Al contrario di Rebecca, che dosa la realisticità con la fantasia. Ma al tempo stesso sono due ragazzi che hanno dei sogni da realizzare. La storia è raccontata in terza persona, quindi la visuale è ampia: vediamo con gli occhi di entrambi e non solo. Il linguaggio è colorito e diretto, per certi aspetti semplici, ma Gungui sa padroneggiarsi bene nella lingua italiana senza appesantire la narrazione utilizzando vocaboli inopportuni per dei protagonisti diciassettenni.
Ho dato tre stelle al romanzo non per chissà quale motivo osceno, semplicemente perché la trama mi aveva fatto credere che il genere fosse tutt'altro. Un libro che tuttavia insegna molto, che fa comprendere quanto la vita, a volte, ti può portare a compiere scelte sbagliate. Gesti dettati dalla stupidità o dalla disperazione. Ma che si può sempre uscire fuori da ogni situazione a testa alta. Insomma, se cercate un libro di narrativa, di cruda realtà e, in un certo senso, di formazione penso che questo faccia proprio al caso vostro.
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Scrivere questa recensione è stata ardua. Soprattutto perché le vicende si snocciolano lentamente e se avessi raccontato cosa porta Michele a cambiare non avreste avuto motivo di leggere il romanzo xD Perciò mi sono concentrata sul fattore tecnico, raccontando quel poco che ho potuto. Fatemi sapere se la recensione vi è stata utile, mi raccomando.
Un bacione a tutti e buon sabato sera,
Feeling Reading

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