domenica 8 novembre 2015

Recensione: "Il mio splendido migliore amico" di A.G. Howard

Buona domenica a tutti, readers! Non mi sono fatta viva ieri perché la giornata è stata davvero tremenda. Di mattina sono uscita per delle commissioni, ma la macchina non ne voleva proprio sapere di partire (la batteria era morta) quindi alla fine non ho concluso un tubo. Fortunatamente, sono stata salvata dal sosia di Bocci, ma era già tardi e ho fatto solo l'indispensabile. A mia madre è sparita la carta di credito e, dulcis in fundo, il mio maledetto ginocchio mezzo andato mi faceva un male del diavolo! Insomma, dovrei andare a Lourdes, ma non ho tempo materiale.
Tornando a noi, ho in lettura L'amore più giusto è quello sbagliato e devo dire che mi sta piacendo molto, almeno l'inizio. Questo alone di mistero su cosa nascondono questi due ragazzi mi spinge a continuare la lettura con acceso interesse. Ma ve ne parlerò a tempo debito. Ora, invece, vi lascio la recensione de Il mio splendido migliore amico. E' da pochissimo uscito anche il secondo di questa serie, che spero di acquistare prossimamente, e non vedo l'ora di sapere come andrà avanti la storia di Alyssa.

Titolo: Il mio splendido migliore amico
Autore: A.G. Howard
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo: € 9,90
Data d'uscita: 19 febbraio 2015

Benvenuti nel vero Paese delle Meraviglie.
Alyssa Gardner riesce a sentire i sussurri dei fiori e degli insetti. Peccato che per lo stesso dono sua madre sia finita in un ospedale psichiatrico. Questa maledizione affligge la famiglia di Alyssa fin dai tempi della sua antenata Alice Liddell, colei che ha ispirato a Lewis Carroll il suo Alice nel Paese delle Meraviglie. Chissà, forse anche Alyssa è pazza, ma niente sembra ancora compromesso, almeno per ora, almeno fin quando riuscirà a ignorare quei sussurri. Quando la malattia mentale della madre peggiora improvvisamente, però, Alyssa scopre che quello che lei pensava fosse solo finzione è un’incredibile verità: il Paese delle Meraviglie esiste davvero, è molto più oscuro di come l’abbia dipinto Carroll e quasi tutti i personaggi sono in realtà perfidi e mostruosi. Per sopravvivere e per salvare sua madre da un crudele destino che non merita, Alyssa dovrà rimediare ai guai provocati da Alice e superare una serie di prove: prosciugare un oceano di lacrime, risvegliare i partecipanti a un tè soporifero, domare un feroce Serpente. Di chi potrà fidarsi? Di Jeb, il suo migliore amico, di cui è segretamente innamorata? Oppure dell’ambiguo e attraente Morpheus, la sua guida nel Paese delle Meraviglie?
VOTO:


RECENSIONE.
Non ho mai amato particolarmente Alice nel Paese delle Meraviglie. Nulla contro il libro di Carroll o le svariate rivisitazioni, anche se ammetto di non aver visto quello di Tim Barton, ma rimedierò. La storia in sé, per quanto folle, è anche intrigante, ma sin da piccola non l'ho mai amata particolarmente. Mi piacevano il Cappellaio Matto e lo Stregatto, ma Alice non è mai entrata troppo nelle mie grazie. Tuttavia, il romanzo della Howard cambia tutto...
Alyssa Gardner frequenta l'ultimo anno di liceo. Adora andare sullo skatebord ed è segretamente innamorata di Jeb, il suo migliore amico. Ama l'arte e odia il fatto che sua madre, Allison, sia ricoverata in un ospedale psichiatrico e che la sua quadrisavola, Alice, fosse uscita tamente pazza da bambina - oltre che da adulta - da aver ispirato la storia che portò al successo proprio Lewis Carroll. E' come se la famiglia Gardner abbia addosso una maledizione e, da quando Alyssa ha cominciato a sentir parlare i fiori e gli insetti, pensa che la minaccia della malattia di famiglia sia anche per lei in agguato dietro l'angolo. Per di più, Jeb si è messo con Taelor, la classica odiosetta della storia, e sembra proprio intenzionato ad trasferirsi a Londra senza Alyssa. Ma quando quest'ultima va a trovare sua madre in ospedale e si accorge che le voci che sente non sono solo voci, tutta la sua vita normale passa in secondo piano. Molte domande si materializzano nella mente di Alyssa: è possibile che il Paese delle Meraviglie esista davvero? In famiglia se n'è sempre parlato. Possibile che le fissazioni di Allison di interpretare sempre Alice non siano frutto di una malattia mentale, ma di una maledizione? Decisa a scoprilo, Alyssa cerca gli indizi che la porteranno a Londra, alla ricerca della tana del coniglio e, grazie all'aiuto inaspettato di Jeb e di un sinistro quanto attraente personaggio, scoprirà che a volte le favole possono anche trasformarsi in terrificanti incubi.
Ho apprezzato veramente tanto questo romanzo, anche se il triangolo (a mio dire eccessivamente forzato) ha un po' rotto l'incanto. E non solo l'incanto, ammettiamolo. Insomma, Morpheus è senz'altro un personaggio che intriga e, a mio dire, è quello meglio riuscito dalla Howard. Ha carisma, fascino, perversione e quel piccato senso di malizia che non guasta. La sua mente è un labirinto e, quando sembra che hai capito come ragiona, ecco che fa qualcosa che ti fa cadere tutte le carte e il castello che avevi costruito davanti a te crolla miseramente. E il fatto che ricordi un po' Brandon Lee ne Il corvo lo aiuta anche parecchio! Per il resto, Morpheus non mi è piaciuto. Soggettivamente parlando, lo avrei strozzato. E avrei strozzato Alyssa con lui. Non che Jeb si salvi totalmente. Sicuramente è più umano e più sincero di Morpheus, ma prende certi scivoloni anche lui tremendi. Specialmente nel mondo umano. Non apprezzo granché le vie facili e la scelta di Jeb di andare a Londra 'con e per come' non mi è piaciuta per niente. Ma queste imperfezioni hanno reso sicuramente i nostri tre protagonisti molto più credibili, inclini a sbagliare e fare scelte errate, proprio come succede nella vita vera. Alyssa è una bella protagonista. Forte, agguerrita e bella tosta, anche se in alcune situazioni ha peccato molto di ingenuità. E la sua attrazione/ossessione per Morpheus l'ho recepita esasperata in alcuni punti. Lo stile e il linguaggio usato dalla Howard li ho trovati eccezionali. Il lessico è a tratti semplice e in altri più ricercato, dando ad un romanzo come questo un carattere maggiore e più elevato. Ammetto che per certi aspetti l'ho apprezzato, per altri l'ho trovato un pochino esagerato. Ma penso abbia vinto la parte di me che apprezza xD L'intreccio soprannaturale è favoloso. E mi ha dato un sacco sui nervi aver avuto la soluzione sotto i miei occhi per tutto il tempo (perché io la filastrocca l'avevo 'conclusa' da un pezzo!) e non aver colto il collegamento. Quindi, brava Howard!
Parliamo per concludere del Paese delle Meraviglie. Ho lasciato per ultima la voce ambientazione, perché la realtà che ci mostra A.G. Howard è qualcosa di completamente diverso da quello di Carroll. Tanto per dirvene uno, il Congilio Bianco di cui parla Carroll è un omino schelettrico, albino e con delle corna. Ah, e ha due vispi occhietti rosso sangue. Una maledizione gli ha liquefatto la pelle, lasciandogli immune solo la testa calva. Insomma, dimenticate tutte le parti favolesche di Carroll. Il Paese delle Meraviglie che incontrerete viaggiando nei suoi regni con Alyssa sarà un mix di dark e horror. E, lo ammetto, l'ho notevolmente preferito! Ed è proprio in questo mondo inquietante che Alyssa imparerà a conoscere se stessa, chi è davvero, cos'è realmente la sua famiglia, e a lottare per quello che vuole. E Jeb e Morpheus saranno sempre al suo fianco. Di questo triangolo che onestamente non ho apprezzato, mi è piaciuto molto come Jeb si prodigasse per Alyssa. Perché, insomma, nonostante gli sbagli e le scelte stupide, Jeb era sinceramente legato alla ragazza e non si è mai tirato indietro per salvare la sua vita. Il modo in cui entrambi si salvano, mettendo a repentaglio perfino il futuro di loro stessi, è impressionante. Altro tassello che mi ha fatto storcere il naso per la gelosia e l'attrazione che Alyssa prova continuamente per Morpheus. Diamine, dici di essere innamorata di Jeb da anni e basta Morpheus per farti dare i numeri? E' il tipico cliché che odio in una storia, motivo che mi ha spinto a dareal romanzo quattro stelle invece di cinque. Malgrado tutto, io consiglio vivamente questo libro e questa serie. E spero di leggere a breve il secondo romanzo, Tra le braccia di Morfeo (e spero non letteralmente, mia Alyssa!).
__________________________________________________________________________________
-
E con questo è tutto. So che in moltissimi avete già letto questo romanzo, perciò voglio sapere le vostre impressioni! Siete d'accordo con me o in disaccordo? Fatemelo sapere, mi raccomando.
Alla prossima,
Feeling Reading 

5 commenti:

  1. Ma che bella questa nuova grafica *_*
    Comunque io questo libro me lo sto trascinando dietro da un pò... Non trovo mai il momento giusto per leggerlo u.u

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Jessica, sono molto contenta che la nuova grafica ti piaccia! *_*
      Appena lo leggerai, fammi sapere il tuo parere ;)

      Elimina
  2. Io l'ho letto quest'estate e devo ammettere che è stata una bella scoperta. Il triangolo amoroso ha innervosito anche me, ma la scrittrice è in grado di farti entrare letteralmente nel pezzo. Usa un linguaggio semplice ma molto variopinto e per un attimo ho avuto l'impressione di essere entrata nel mondo coloratissimo e frizzante della Cover.
    Tutto sommato è un libro che si gusta, nonostante alcune note infantili che prendono a volte i personaggi, il risultato è efficace e gradevole. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, Perla. La Howard è davvero brava, ma quel triangolo mi ha fatto parecchio innervosire... Hai già letto il secondo? Io purtroppo ancora no xD

      Elimina
    2. No, non l'ho ancora letto. Ma in precedenza a farmi gola ci sono altri libri *-* tipo Firebird *-*

      Elimina