martedì 23 febbraio 2016

Recensione: "Non riesco a dimenticarti" di Penelope Douglas

Buona sera, readers! Come anticipato, eccomi qui con la recensione del terzo romanzo (o quattro, se si calcola anche quello dal punto di vista di Jared) della serie Fall Away di Penelope Douglas. Prima di farvi leggere la mia opinione, però, voglio dirvi una cosa. Non ho ben capito perché la Newton ha tolto l'ultimo capitolo, quello dal punto di vista di Tate che faceva da ponte per Aflame, ultimo volume della serie dove tornano protagonisti proprio Tate e Jared, ma alla fine della recensione troverete due righe anche su quello. Probabilmente la casa editrice lo inserirà nel prossimo romanzo (come, non lo so) o forse no. Onestamente, non ne ho idea. A me lo ha passato una amica e blogger (Il tempo dei libri è il suo blog), perchè un altro blog lo ha tradotto e pubblicato. Sì, un grande giro dell'oca u.u' Comunque, se vi interessa leggerlo, questo è il link.
Adesso basta parlare. Godetevi la mia recensione di Non riesco a dimenticarti, protagonisti delle vicende, questa volta, K.C. Carter e Jaxon Trent.


Titolo: Non riesco a dimenticarti
Autore: Penelope Douglas
Editore: Newton Compton
Pagine: 416
Prezzo: € 12,00
Data d'uscita: 11 febbraio 2016

«Questo è il libro di cui sono più orgogliosa.»
L’autrice


K.C. Carter si è cacciata nei guai con la legge e adesso è costretta a trascorrere l’estate nel paesino in cui è nata, Shelburne Falls, per adempiere ai servizi utili alla comunità: così ha ordinato il tribunale. Ma non è l’unica difficoltà a cui deve far fronte al suo arrivo: al nome di Jaxon Trent risponde il peggior tipo di tentazione che si possa immaginare, ed è esattamente ciò da cui K.C. è riuscita a stare lontana fin dai tempi del liceo. Lui però non l’ha mai dimenticata, anche perché è l’unica ragazza a non essere mai uscita con lui e ad avergli detto sempre di no. Jaxon è un tipo pericoloso sul serio, ma tra lui e K.C. l’attrazione è talmente forte che resistere diventa quasi impossibile...
VOTO:
½

RECENSIONE

La Douglas dice schiettamente che questo è il romanzo di cui va più orgogliosa. Devo ammettere che, in un certo senso, non posso darle torto. K.C. e Jax hanno sicuramente qualcosa che Tate o Fallon, Jared o Madoc non avevano: un passato tormentato, reale, tangibile. Qualcosa che influenza veramente le loro vite. Per questo motivo, prima di parlare di loro due, voglio fare un piccolo passo indietro, riprendendo i due romanzi precedenti perché, in qualche modo, essi sono quasi fondamentali per capire al meglio Non riesco a dimenticarti.
In Mai per amore abbiamo conosciuto Tate e Jared
. Due ragazzi cresciuti insieme, da quando Tate – dopo la morte della madre – si è trasferita nella piccola cittadina di Shelburne Falls. Jared era il suo vicino di casa e da subito, o quasi, fra i due è sbocciata una piacevole amicizia. Amicizia che, col tempo, si è trasformata in qualcos’altro, almeno finché Jared non decide di andare a passare l’estate prima dell’inizio del liceo dal padre. Un padre che non ha mai conosciuto. E quando torna del ragazzino che ha conosciuto con Tate non c’è più traccia, anzi. Jared è deciso più che mai a renderle la vita impossibile. Alcuni parlano di bullismo, secondo me Jared non è mai stato veramente un bullo, quanto più un adolescente idiota che aveva bisogno di un agnello sacrificale su cui gettare le proprie frustrazioni. E Tate, nel suo cervellino, era perfetta. Per due anni, lei non ha mosso un dito, ma quando è tornata da una vacanza studio in Francia, ecco che decide finalmente di reagire. Ed è già da questo primo libro che, tutto sommato, mi è piaciuto, che troviamo anche il personaggio di Madoc. Un Madoc che si plasma maggiormente frale righe di Da quando ci sei tu, la medesima storia raccontata però dal punto di vista di Jared Trent. Madoc era uno dei personaggi che mi erano piaciuti molto nel primo libro – e nel secondo – e ho trovato la sua storia molto più credibile rispetto a quella di Tate e Jared. Il suo odio per Fallon, la ragazza che lo aveva abbandonato diversi anni prima, era più sensato. Come lo era quello di Fallon, quando tornando a casa credette che Madoc l’avesse solo usata. Erano stati i genitori a raccontare versioni dei fatti fasulle, e i due poveretti c’erano caduti con tutte le scarpe. Avrei le mie obiezioni anche qui, su alcuni punti, ma generalmente parlando trovo che La mia meravigliosa rivincita avesse senz’altro qualche punto in più. Soprattutto nella storia. Ed è qua che conosciamo nomi che saranno importanti anche nell'ultimo romanzo, come il padre di Fallon, lo stesso Jax - che avrà un ruolo appena più importante di Jared - e uno scorcio su K.C.
In Non riesco a dimenticarti, ritroviamo tutti i personaggi
. E quando dico tutti, intendo proprio tutti. Protagonista, questa volta, è K.C., che nella storia di Madoc e Fallon era stata vista davvero poco. K.C. torna in città perché deve rimettere a posto la sua vita. Liam l’ha tradita, di nuovo, e lei è stata arrestata. Non vi dico per che cosa. Ecco perché è costretta a scontare i servizi sociale nel suo vecchio liceo come insegnante di sostegno. La madre la tratta peggio di uno straccio vecchio, motivo che spinge la ragazza a stabilirsi nella casa vuota di Tate, poiché suo padre si trova in Giappone per affari. K.C. fin dal primo romanzo è sempre sembrata una ragazza perfetta, ligia alle regole e poco incline a fare pazzie. Ma la prima cosa che scopriamo di lei è che in realtà il suo nome è Juliet. Juliet Adrian Carter. E qui piovono le domande: perché farsi chiamare K.C.? Per che cosa sta quella K? Leggendo si scopre anche piuttosto in fretta, ma non ve lo svelo. Stando a casa di Tate, automaticamente si ritrova vicina di casa di Jax, il fratello minore di Jared. Jaxson era stato adottato dalla madre di Jared, in seguito alla denuncia nei confronti del padre di entrambi e all'arresto di quest'ultimo. E da quando Katherine, la mamma di Jared, si è sposata col padre di Madoc ed è andata a vivere nella grande reggia di famiglia, Jax ha tutta la casa a disposizione. Sono passati due anni da quando Jared e gli altri sono partiti per il college, e Jax ha fatto notevoli cambiamenti. In casa, in città… perfino al Loop. Trovo che i suoi tormenti, reduci dll’infanzia passata con un padre violento e altro siano comprensibili. Così come la sua voglia di tenere tutto sotto controllo. Tuttavia, mi ha fatto un po’ storcere il naso tutto il potere che questo ragazzino di diciannove anni detiene. Per dire, ha agganci alla polizia, fa tutto il casino che vuole senza che nessuno gli possa dire niente, ha ristrutturato il Loop tanto che ora le gare sono sotto il suo monopolio. Un tantino esagerato, no? Ma punti di vista. Il rapporto fra i personaggi non mi è dispiaciuto. È certamente veloce, l’attrazione è dirompente, ma c’è da dire che Jax aveva puntato K.C. già al liceo, era stata lei a negarsi sempre. E per quanto riguarda K.C., benché il giovane Trent la stuzzicasse, ha sempre preferito il porto sicuro (come no) di Liam, il suo storico ragazzo. Perciò, quando si rivedono, in estate, con gli ormoni a mille, travolti da sentimenti e da un’attrazione a cui non hanno mai ceduto, sono scintille. Letteralmente. Non riesco a dimenticarti penso che sia il romanzo più hot della Douglas, e non sarebbe nemmeno un male se non avesse usato un linguaggio da scaricatore di porto descrivendo scene peggio di un film porno di bassa lega. Dico davvero, il linguaggio mi ha uccisa. Secondo me la Douglas avrebbe dovuto concentrarsi sul background dei personaggi, sulla loro storia, sulle vicende e le complicazioni scaturite dai loro problemi mai veramente affrontati. Invece, in quasi ogni capitolo, c’era una scena di sesso piuttosto discutibile. Il motivo delle tre stelle e mezzo, ad un romanzo che narrativamente era senz’altro migliore dei suoi predecessori, sia per i personaggi che per la storia che per il background, è dovuto ad un linguaggio dozzinale e volgare che, personalmente, non mi è proprio andato giù. Le scene di sesso le ho perfino saltate, lo ammetto, perché non mi dicevano nulla.
In conclusione, bella storia e belli anche i personaggi. Peccato per lo stile discutibile e il linguaggio rozzo, dozzinale e decisamente volgare. Sicuramente lo consiglio, soprattutto se avete apprezzato gli altri libri della serie, ma sappiate che troverete frasi e pensieri che nemmeno Rocco Siffredi. O magari lui sì, visto il lavoro che fa ci può anche stare.

IL CAPITOLO TAGLIATO

Vi parlo un secondo del capitolo tagliato nell'edizione italiana. Allora, premettendo che sono d’accordo con chi dice che, per molte cose, questo romanzo probabilmente è servito per far tornare il Jared di Mai per amore, non sono d’accordo con chi pensa che in questa occasione il problema della coppia Tate/Jared sia Jared. È vero, dopo determinate parole di Jax, lui valuta la sua condizione. Cerca di capire se la strada che ha percorso fino a quel momento faccia ancora per lui, se abbia mai fatto per lui, e quando capisce che no, non lo è, chiede a Tate del tempo. Ha bisogno di ritrovare se stesso, di allontanarsi da tutto e di capire qual è il futuro che vede davanti a sé. Tate lo ha capito, lei vuole diventare un medico, la sua strada è in salita ma è una strada che ha scelto e di cui è sicura. E quando Jared le fa capire che lui è confuso, che a parte l’amore che prova per lei non ha alcuna idea di cosa fare della sua vita, lei lo sbatte fuori. Okay, lui aveva un borsone già preparato e voleva partire per un po’, ma lei lo caccia via senza nemmeno lasciarlo spiegare. E questa cosa non mi è piaciuta per niente. Non nego che ritrovarsi il proprio ragazzo pronto per partire non faccia male. Non nego neanche che sentirgli dire che ha bisogno di un po’ di spazio per capire cosa vuole fare della sua vita non ti faccia a pezzi. Ma quando Jared dice che non vuole lasciarla senza spiegare, lei non lo ascolta. E, come ho anche spiegato quando ho già avviato questa conversazione in mattinata, io ho avuto la sensazione che quella frase non intendesse significare che Jared volesse lasciarla. Era qualcosapiù tipo: "Non voglio partire se tu sei così incazzata." Che diamine, non lasci una persona a cui hai detto due minuti prima che la ami e che è l’unica cosa sicura e bella della tua vita! Jared voleva solo che Tate capisse, che gli desse un po’ di tempo. Ma ovviamente, lei no. Non ho letto Aflame, aspetterò che esca in Italia, ma ho trovato Tate parecchio infantile. Una cosa così la posso accettare quando una relazione è acerba, non dopo tre anni. Poteva dargli man forte, capirlo, aiutarlo… Invece ha preferito sbatterlo fuori. Non ci siamo proprio per quel che mi riguarda. Non so perché la Douglas abbia voluto mettere in discussione questa coppia, ma la partenza è già rovinata. Avrei capito maggiormente se Jared, dopo essere partito, si fosse ‘dimenticato’ di Tate. Se lei lo avesse cercato e lui si fosse negato. Allora sì, un bel calcio non batte il sole ci sta tutto, ma non così.Questa è una mia opinione e sono sicura che andrò contro le masse. Ma non posso cambiare il mio pensiero per omologarmi agli altri. Non ho letto Aflame, lo ripeto, perciò aspetterò prima di pronunciarmi oltre. Ma questo dovevo dirlo.
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Penso di avervi detto tutto - forse troppo - su questo romanzo. Perciò lascio la parola a voi, adesso. Fatemi sapere se lo avete letto, cosa ne pensate... Aspetto i vostri commenti, mi raccomando ;)
Alla prossima,
Feeling Reading  

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