giovedì 3 marzo 2016

Recensione in anteprima: "Segreto di famiglia" di Mikaela Bley

Buona sera, redears! Torno a tenervi compagnia con la recensione di un romanzo uscito proprio oggi per la Newton Compton. Sto parlando di thriller mozzafiato, dell'esordio letterario di Mikaela Bley. Sto parlando di Segreto di famiglia, un libro che ha letto perfino mia madre innamorandosene. Il romanzo mi è stato inviato dalla casa editrice in una copia bozzetto qualche settimana fa, ma stavo aspettando proprio l'uscita  per parlarvene. La trama, quando la lessi, mi aveva colpita parecchio... ma non credevo che il romanzo in sé fosse anche meglio.

Titolo: Segreto di famiglia
Autore: Mikaela Bley
Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Prezzo: € 12,00
Data d'uscita: 3 marzo 2016

A Stoccolma è un freddo e piovoso venerdì di maggio, quando la piccola Lycke, di soli otto anni, scompare improvvisamente nel centro della città.

La rete televisiva nazionale si lancia subito sulla notizia e manda sul campo un’inviata specializzata in cronaca nera, Ellen Tamm. Chi ha visto Lycke per l’ultima volta? Chi sono i suoi genitori? Il padre e la madre di Lycke sono separati ed è stata la nuova moglie del padre ad accompagnare la bambina al centro sportivo, dove se ne sono perse le tracce. La donna, madre a sua volta da poco, racconta la sua versione dei fatti, ma ci sono delle zone d’ombra nella testimonianza. La tata che ha cresciuto la bambina è chiusa nel dolore. La madre di Lycke invece è imperscrutabile, soffre ancora il peso del divorzio e di una depressione post partum mai affrontata. Il padre, dal canto suo, non si dà pace. Nel frattempo Ellen si impegna in una ricerca spasmodica, nonostante la corruzione della polizia, i sempre più strani comportamenti dei genitori di Lycke e le frecciate velenose dei colleghi. Ma ha deciso di fare il possibile per fronteggiare la situazione da vera professionista, perché questo caso le ricorda da vicino ciò che conosce sin troppo bene: segreti di famiglia, bugie, inganni che la obbligheranno a confrontarsi con il proprio doloroso passato, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano...
VOTO:


RECENSIONE
Pur non leggendo più moltissimi thriller, soprattutto negli ultimi anni, sono una a cui piacciono parecchio. Seguo molte serie
televisive di questo genere e, qualche anno fa, leggevo anche molti più romanzi di questo tipo. Non so bene perché li ho accantonati, forse ad un certo punto le trame cominciavano ad apparirmi fin troppo simili, ma quando una sinossi mi colpisce e una casa editrice mi manda un bel regalo inaspettato non posso proprio dire di no. Per di più, questo è un thriller davvero mozzafiato.
La storia racconta la sparizione di Lycke, una bambina di otto anni che vive a Stoccolma. Di punto in bianco, dopo essere andata ad una lezione di tennis (che però non era fissata) scompare letteralmente nel nulla, senza lasciare traccia. La notizia arriva alla redizione di una piccola ente locale. Ed è qui che conosciamo Ellen. Lei è una giornalista di cronaca nera e Jimmy, il suo capo, per impossessarsi dello scoop del momento, ordina alla sua dipendente - nonché ex fidanzata - di recarsi in città e indagare sull'accaduto. Peccato che Ellen non è la classica reporter senza cuore, tutto il contrario. Ritornare nella città che l'ha vista crescere evocare in lei sentimenti che aveva seppelito dentro di sé, e la scomparsa di Lycke le ricorda in modo doloroso Elsa, la sua sorellina minore. Arrivata sul posto, dunque, cerca di indagare e raccogliere indizi anziché scrivere un articolo. Ed è proprio indagando che, lentamente, i pezzi di puzzle troveranno il loro giusto collocamento, facendo rimanere il lettore a bocca aperta.
Non posso dirvi altro sulla trama. Il romanzo è parecchio intricato e se vi dicessi dell'altro rischierei di spoilerarvi troppo o di far prendere alla vostra mente strade piuttosto strane. La prima cosa che mi ha piacevolmente colpita riguarda la sfera sentimentale. Abituata ai thriller molto 'gialli', mi riferisco più a quelli letterari in questo caso, ho sempre riscontrato poco coinvolgimento emotivo. I personaggi stessi, seppur consumati dalle tragedie, apparivano in qualche modo lontani, e chi raccontava le vicende - quasi sempre un detective o un poliziotto - mi trasmetteva poco o niente. Cosa abbastanza sensata, dopotutto, poiché se non fossi freddo non potresti fare un lavoro simile. La scelta della Bley di utilizzare come protagonista una report con un passato doloroso ha in qualche modo ribaltato questo concetto. Ellen indaga sulla sparizione di Lycke più per la bambina e per se stessa che per l'articolo che dovrebbe scrivere. I dubbi di questa giornalista sono tangibili, reali, e toccano corde che in un romanzo come questo si avvertono sempre troppo poco. Tutto il romanzo ruota attorno all'umanità di Ellen, alla sua personalissima ricerca della verità, ad altre verità inaspettate che emergono dal suo passato e da quello di Elsa. Il lavoro introspettivo fatto su questa protagonista, secondo me, è davvero fantastico. Un'introspezione e un'emotività riscontrate poco nei membri della famiglia di Lycke. I genitori della piccola, a quanto si apprende sin da subito, hanno divorziato. E ora il padre ha una nuova moglie e una nuova famiglia. La matrigna non sembra affatto amare granché questa bambina, generata dal vecchio matrimonio dell'uomo, e tutti sembrano molto più interessati ai propri interessi piuttosto che ad altro. Si può dire che si capisce fin da subito che questa famiglia nasconde un segreto. Ma sarà collegato alla sparizione di Lycke? Questo ovviamente non ve lo dico. Ma in molte occasioni questa 'famiglia' mi ha fatto venire voglia di entrare nel romanzo e strozzarli tutti. O quasi. Qualcuno che si salva c'è, ma se si svelo tutto rischio di farvi capire troppo. Lo stile della Bley è senza dubbio coinvolgente. Quando inizi questo romanzo non riesci a chiuderlo, e l'intreccio dei fatti ti cattura totalmente. Non ho dato il voto pieno perché, mentre leggevo, avevo come l'impressione di aver già ascoltato questa storia. Ho aspettato a fare la recensione anche perché volevo pensare cosa mi ricordasse e, alla fine, dopo averci pensato e ripensato, ho capito. Sebbene abbia notevoli punti differenti, come chi sta dietro alle vicende per esempio, il libro mi ha ricordato parecchio Il Sospetto, una mini fiction spagnola che andò in onda su Canale5 l'estate scorsa. E parlando con mia madre, che lo ha letto anche lei, mi ha confidato di aver avuto la stessa sensazione anche se non riusciva a collegarla a qualcosa. Ecco, personalmente, quando leggo un romanzo vorrei che questo mi ricordasse solo la storia che leggendo. Malgrado tutto, somiglianze possono capitare, motivo che non mi preclude dall'affermare che questo romanzo vale tanto. Se amate i thriller e avete voglia di leggere qualcosa che esce un po' dagli schemi, allora questo libro fa proprio al caso vostro! Consigliato.
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E' una recensione un po' sconclusionata, lo so. Ma parlarvi di un romanzo del genere senza svelarvi troppo penso che sia impossibile. Fatemi comunque sapere cosa ne pensate :) Lo leggerete? Vi piace il genere? La mia recensione vi è stata utile? Io vi mando un bel bacio!
Alla prossima,
Feeling Reading 

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