mercoledì 3 luglio 2019

Recensione: "La corte di rose e spine" di Sarah J. Maas

Buongiorno a tutti, readers! Come vi avevo preannunciato nella recensione di Vite rubate, ogni tanto potrebbe capitarvi di leggere la mia opinione in merito a qualche libro. Be', quel giorno è arrivato. Muahahahahahahah! XD Purtroppo ultimamente sto leggendo davvero poco e non vi so dire se "La corte di rose e spine" non mi abbia soddisfatta per il periodo sbagliato o se invece la mia iper-criticità lo avrebbe trovato irritante in ogni caso. Ma bando alle ciance, scoprirete tutto quello che penso nella mia recensione, nonostante il ritardo. Buona lettura. :)

Titolo: La corte di rose e spine
Serie: A Court of Thorns and Roses #1
Autore: Sarah J. Maas
Editore: Mondadori
Pagine: 403
Prezzo: € 16,90
Data d'uscita: 19.03.2019
"Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell'istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l'arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me." Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L'animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge "ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita". Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l'allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente. Quando poi un'ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo...
VOTO:
★★½
RECENSIONE
Dopo anni di attesa, finalmente Mondadori ha deciso di portare in Italia la trilogia "A Court of Thorns and Roses" di Sarah J. Maas. Avendo apprezzato la serie "Throne of Glass", alla fine mi sono buttata su ACOTAR senza nemmeno aver letto la trama. Purtroppo la decisione si è rivelata un mezzo flop, in quanto non sono una grandissima amante dei retelling. Nella maggior parte dei casi almeno, perché ovviamente anch'io ho le mie eccezioni. In più avuto una serie di problemi che, purtroppo, alla fine di questo romanzo mi hanno portata al blocco del lettore, di conseguenza questa è stata una lettura parecchio sofferta. La voglia di sapere come sarebbe andata a finire continuava a mancare, inoltre storia e personaggi non sono riusciti a coinvolgermi del tutto.
La trama ha delle buone basi
, in quanto la storia di fondo è interessante, però penso che siano state sviluppate male. Nella parte centrale del romanzo infatti ci sono pagine e pagine di nulla assoluto, completamente inutili. Secondo me un centinaio di pagine in meno non avrebbero fatto male, anzi, avrebbero reso le cose più interessanti e dinamiche. Insomma, l'azione ne avrebbe sicuramente giovato. 
La storia ci viene raccontata dal punto di vista della diciannovenne Feyre, una protagonista con cui non sono riuscita ad entrare in sintonia. Di solito la Maas è molto brava a delineare i personaggi e a farli crescere nel corso della storia, eppure ho trovato la crescita di Feyre troppo... statica. Mi spiego meglio, inizialmente ci viene presentata come una super badass incavolata col mondo intero. Io sono una grandissima amante delle protagoniste badass, amo che non abbiano bisogno di essere salvate ogni due pagine, di conseguenza Feyre mi sembrava perfetta. Purtroppo questa qualità è presente solo nei primissimi capitoli in quanto, nel momento in cui arriva a Prythian, è come se perdesse carattere. Tutto quello che riesce a fare è essere inizialmente scorbutica, senza fare però nulla di concreto per 3/4 di libro. Verso le ultime cento pagine infatti torna ad essere la ragazza agguerrita dei primi capitoli, però devo ammettere che è stato un cambiamento che ho apprezzato fino ad un certo punto, semplicemente perché secondo me è stato il suo... ammosciarsi a non aver avuto il minimo senso. Non riesco ad accettare che un personaggio così rancoroso ed arrabbiato venga reso docile come un agnellino nel momento in cui s'innamora. Ho avuto l'impressione che la Maas l'abbia snaturata solo per poter scrivere noiosissime pagine e pagine in cui non succede assolutamente nulla.
Per una persona estremamente diffidente come lei, onestamente ho trovato parecchio stupido fare cose a volte palesemente pericolose, nonostante le fosse stato detto di non farle, solo perché voleva fare di testa sua. Il buonsenso questa ragazza non sa manco dove stia di casa. Come protagonista è salvabile, ma si poteva fare meglio di così.
Le uniche attenuanti che mi sento di darle sono i famigliari, perché questa povera disgraziata ha una famiglia davvero orrenda alle spalle. Non ho sopportato nessuno perché, pur amando Feyre ognuno a modo suo, sono stati davvero orribili. Non solo è la più giovane di tre sorelle ed ha un padre zoppo, ma è anche colei a cui è stato affidato l'incarico di mantenere tutti e quattro. Ho trovato questo riversare tutta la responsabilità sulle sue spalle una bast***ata bella e buona, perché per me non c'è scusa che tenga. Il padre (che non ricordo manco come si chiama, da quanto mi ha colpita) è un rammollito che passa tutto il tempo seduto sulla poltrona a non fare nulla. Nesta è la primogenita e non è mai riuscita ad accettare di aver perso il suo status sociale. Tant'è che, ad un certo punto, rinfaccia persino a Feyre il fatto che sia l'unica in famiglia a non aver mai imparato a leggere e a scrivere. Non vi dico le sberle che avrei voluto tirarle in quel momento. Non ha potuto imparare in quanto la famiglia è diventata povera quando lei era ancora piccola, in compenso da quel momento ha dovuto rimboccarsi le maniche e imparare a cacciare per sfamare tutti.
(Mi sembra che la sopravvivenza sia un po' più importante, razza d'ingrata, inoltre potevi benissimo farle da insegnante, no?)
Feyre per me può avere tutti i difetti di questo mondo, ma se c'è una cosa per cui l'apprezzo è proprio questa: è l'unica ad aver fatto qualcosa di concreto per permettere alla famiglia di sopravvivere. Elain è la secondogenita ed è la più frivola delle tre. A volte mi è sembrata anche un po' stupida, ma non nel senso cattivo del termine
È solo che spesso mi è sembrata parecchio superficiale, non si è mai interessata della sorte della famiglia, facendo affidamento esclusivamente sulla sorella minore perché "sicuramente lo sai fare meglio di me". Perdonatemi, non ricordo la frase corretta, ma il senso era quello. Loro tre sono il principale motivo per cui Feyre ce l'ha con tutti e, ad essere onesta, un po' la capisco, perché avrei voluto prenderli a sberle una pagina sì e l'altra pure. Non solo si sono rivelati completamente inutili, ma non sono nemmeno stati in grado di mostrare il loro amore verso Feyre, quando bastava davvero poco per farla sentire accettata. L'unica che è riuscita a redimersi un pochino ai miei occhi è stata Nesta, ma al momento questo tentativo non è sufficiente a farmi cambiare idea su di lei.
Vorrei poter dire che le cose migliorano nel momento in cui la Maas ci presenta Prythian, ma purtroppo non è così, perché se da un lato ci sono stati personaggi e scene che ho davvero apprezzato, dall'altro ci sono state noiosissime pagine e pagine di niente. Tamlin è il Signore Supremo della Corte di Primavera e, per quanto inizialmente mi sia sembrato un personaggio interessante, purtroppo il mio interesse nei suoi confronti è scemato man mano che proseguivo nella lettura. Ho apprezzato la lealtà nei confronti del suo popolo fino ad un certo punto, perché su quell'aspetto lo avrei voluto più combattivo. Mi è sembrato proprio moscio come personaggio, ma proprio tanto. Lo è con Feyre e lo è con Amarantha sotto tutti i punti di vista. Tira fuori gli attributi solo in un paio di scene, per il resto è sostanzialmente inutile. Il problema non è tanto il fatto  che lascia fare tutto a Feyre in quanto l'unica in grado di spezzare la maledizione che grava su Prythian. È proprio il fatto che non ha fatto praticamente nulla negli ultimi cinquant'anni a rendere la situazione tragica. Perdonatemi, ma non riesco a vederla in maniera diversa. Inoltre dice di essere innamorato di Feyre, ma non fa praticamente nulla per lei quando si trovano tutti in balia di Amarantha nel Regno Sotto la Montagna. Oh, giusto, tutto quello che prova a fare è portarsela a letto l'ultima sera, prima della prova finale. Patetico. Davvero patetico.
Per mia fortuna Lucien e Rhysand hanno reso le cose più interessanti e se non ho abbandonato la lettura, sostanzialmente è stato merito loro. Lucien è uno dei figli del Signore Supremo della Corte d'Autunno, mentre Rhysand è il Signore Supremo della Corte della Notte. Se il primo è il migliore amico di Tamlin, il secondo è praticamente il suo rivale. Entrambi mi hanno incuriosita, anche se per motivi completamente diversi. In Lucien ho apprezzato la lealtà nei confronti dell'amico, nonché la coerenza con cui si è approcciato a Feyre, in quanto ha imparato ad accettarla e apprezzarla con il tempo, finendo per affezionarsi a lei in modo graduale. Rhysand invece viene presentato come il cagnolino di Amarantha, ma in realtà è un personaggio molto più sfaccettato. Sono sicura che nasconda ben più di un segreto e che ciò che mostra in superficie sia in realtà una maschera. A conti fatti è l'unico motivo per cui leggerò "La corte di nebbia e furia". Sono davvero curiosa di scoprire le sue reali intenzioni perché è palese che anche lui abbia fatto tutto ciò che era in suo potere per salvare la sua Corte. Penso che abbia avuto molta più spina dorsale lui nei pochi capitoli in cui è stato presente, che Tamlin in tutto il libro.
Inutile dire che ho odiato Amarantha, ma non perché fosse cattiva (e credetemi, è una vera bitch), ma perché non l'ho trovata minimamente affa
scinante. Non è pazza, è solo dannatamente sadica. Ha sicuramente carattere, però secondo me le manca qualcosa, quel tocco in più che l'avrebbe resa memorabile. Tra l'altro trovo la parte finale che la riguarda parecchio affrettata, come se la Maas non sapesse come risolvere tutta la situazione che aveva creato per poter proseguire con ciò che aveva in mente. Boh, per me quella scena finale non ha avuto il minimo senso, perché stona con tutto il resto, come se fino a quel momento la storia fosse andata in una direzione e quel capitolo fosse un'improvvisa inversione a U completamente immotivata. Inoltre probabilmente non è nemmeno LA cattiva, perché sono abbastanza sicura che lei sia stata solo l'inizio dei problemi dei protagonisti.
Va detto che ho AMATO Prythian, lì l'autrice si è davvero superata con le descrizioni. La magia della terra dei Fae è riuscita a catturarmi nonostante la staticità dei capitoli. Proprio per questo, mi piacerebbe molto vedere le altre Corti, sperando in capitoli più movimentati rispetto a quelli ambientati nella Corte di Primavera. La storia e la cultura dei Fae, le guerre con gli umani, i conflitti interni... Sì, decisamente il potenziale per un bel seguito c'è.
E giusto perché non avevo criticato abbastanza questo romanzo, passo allo stile. A me la Maas piace, però non è perfetta. Purtroppo è molto prolissa e inevitabilmente finisce per scrivere pagine e pagine in cui non succede assolutamente nulla. Inoltre ha la tendenza ad abusare di determinate figure geometriche e io e la geometria non andiamo per niente d'accordo. Non solo ha l'abitudine di far rimbalzare le protagoniste femminili come delle palline da ping pong tra i vari maschi alpha della situazione, ha anche l'abitudine di far innamorare perdutamente le suddette protagoniste di un tizio, dopo che queste ovviamente avevano giurato amore eterno ad un altro. Ora, non posso sapere come andrà a finire questa storia, ma ho trovato delle somiglianze con "Throne of Glass" sotto questo aspetto e sono curiosa di vedere dove andrà a parare questa volta. Al momento sono abbastanza sicura del mio ragionamento, e siccome a me TamANICODISCOPANELCUlin non piace neanche un po', punto tutto su Rhysand in ACOMAF. A parte queste piccole/grandi pecche (dipende dai punti di vista), come dicevo prima l'autrice è brava a delineare i personaggi e a farli crescere man mano, motivo per cui mi aspetto una certa crescita da parte di Feyre nei prossimi due romanzi.
Ne approfitto per ringraziare la Mondadori per aver deciso di pubblicare l'intera trilogia incentrata sulla storia di Feyre nel corso del 2019. Stando a Goodreads, la pubblicazione de "La corte di ali e rovina" sarebbe in programma per Settembre, quindi GRAZIE! Posso anche non aver apprezzato ACOTAR, ma apprezzo sicuramente l'impegno della casa editrice, soprattutto visto il numero di saghe interrotte negli ultimi anni.
In conclusione, penso che "La corte di rose e spine" abbia delle buone basi, che a mio avviso sono state sfruttate e sviluppate male. Si poteva fare sicuramente di più. Sperando in un miglioramento, sono decisa a leggere "La corte di nebbia e furia" nei prossimi mesi e, in base a quello, deciderò se concludere la lettura della trilogia in Autunno oppure no.

Io vi ringrazio per aver avuto la pazienza di leggere il mio pensiero riguardo a questo libro e spero di esservi stata utile. Se vi va, fatemi sapere che ne pensate nei commenti, se siete d'accordo con me o se invece vi è piaciuto, se lo leggerete o se avete letto altro di Sarah J. Maas. Un bacio! ❤
Alla prossima,
Feeling Reading
→ Bontix

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