venerdì 18 ottobre 2019

Recensione: "Spiral" di Monica Lombardi

Buonasera a tutti, readers! Come state? Questa recensione sarebbe dovuta uscire qualche giorno fa, ma purtroppo ci sono stati piccoli contrattempi xD Ma meglio tardi (anche vista l'ora) che mai, no? E poi siamo a venerdì sera, il weekend è vicino *-* Come avete trascorso la vostra settimana? Le mie giornate in ufficio sono quasi sempre monotone, anche se francamente la cosa non mi dispiace, perché quando non lo sono significa che c'è qualche problema.
Voi non potete vedermi, ma sto letteralmente saltellando sulla sedia in attesa che esca Hurricane. L'hype aumenta man mano che passano i giorni e non so come farò a resistere altri dieci giorni. Ma veniamo a noi, anche in questo caso nonostante la recensione sia spoiler free, ci saranno comunque dei riferimenti ai romanzi precedenti. Buona lettura. ❤

Titolo: Spiral
Serie: GD Team #3
Autore: Monica Lombardi
Editore: Emma Books
Pagine: 372
Prezzo: € 4,99 ebook e € 12,50 ed. cartacea (disponibile su Amazon)
Data di uscita: 22.06.2015
Extra: contiene la novella Miriam
Ariel Levy, detto Digger, ha sempre difeso la sua privacy anche dagli altri membri del Team: non è una scelta, è qualcosa che deve fare. La sua famiglia è stata smembrata, due volte, e ora Digger teme che anche quella sorella che, da bambina, teneva il suo cuore tra le mani, possa essere in pericolo. David G. Langdon rientra alla base dopo gli eventi che hanno sconvolto la vita della sua Alex. Il Team è ancora alla ricerca dell’Olandese, sospettato di essere il responsabile dell’attentato in cui anche GD ha rischiato la vita. L’uomo finora senza volto si è macchiato di un nuovo delitto, ma continua a scivolare tra le maglie della rete che il Team cerca invano di stringere attorno a lui, rimanendo nell'ombra. I misteri attorno al Team si infittiscono. Per avere risposte, GD dovrà ancora una volta cercare nel passato, nel suo passato, e trovare nel presente alleati preziosi: una donna sopravvissuta a stento ai suoi due uomini, un soldato in cerca di un modo per curare una ferita forse insanabile. Il mondo del Team è pericoloso, ma può risolvere, può sanare.
VOTO:

RECENSIONE
Ed eccoci arrivati al giro di boa. Non ho mai nascosto il mio amore per Dig () e, avendo scoperto il GD Team a poco meno di un mese dall'uscita di Spiral, non vi so dire quanto, a posteriori, ne sia stata immensamente felice. L'attesa mi avrebbe uccisa. Essendo una storia corale, questa volta al centro della scena ci sarà l'intera famiglia Levy al gran completo ed è una cosa che ho adorato alla follia. Le sottotrame si uniscono magistralmente alla trama principale mostrando il background famigliare del genio informatico più dolce e riservato che esista. Tutto ha un suo perché e, come dicevo poco fa, tutto si unisce e s'interseca alla perfezione, regalandoci non poche emozioni. Finalmente Monica svela l'identità dell'Olandese, mostrandoci colui che ha progettato tutto fin dal principio: un villain davvero molto paziente nell'ordire la sua personale vendetta nei confronti di David G. Langdon. I motivi per cui sta facendo tutto questo però, al momento, sono destinati a rimanere un mistero. Dopo la parentesi brasiliana vediamo Digger tornare a Tel Aviv e aprirci finalmente le porte del suo cuore. Lasciatemi perdere, sono innamorata persa. In realtà quello che ci viene raccontato nei primi capitoli è il passato di Ariel ed è proprio lì, in quelle prime pagine, che iniziamo ad intuire in che modo l'Olandese potrebbe sferrare il prossimo attacco. È sempre stato un passo davanti al Team, ma per quanto ancora ci riuscirà? Perché anche questa volta la buona riuscita della missione è una questione di vita o di morte. A differenza di quel che pensavo ad inizio lettura, la coppia principale non sarà una sola, bensì tre. Quando dico che questo è il libro della famiglia Levy, non intendo dire che semplicemente scopriremo i segreti di Digger, ma che tutti i suoi membri sono protagonisti in egual misura, Aaron Levy a parte. Citando Jet-Yoda, “la Forza scorre potente, nella famiglia Levy. Certe cose ce le hanno nel sangue perché, poco ma sicuro, nessuno è minimamente in grado di raggiungere il loro livello di segretezza, abilità e tostaggine. Nemmeno il Boss in persona, il che la dice lunga. I personaggi aumentano ad ogni libro, eppure sono tutti ben caratterizzati ed è impossibile confonderli l'uno con l'altro. Ed è anche impossibile non affezionarsi ad ognuno di loro. Siccome non voglio tediarvi elencando (di nuovo) tutte le qualità del mio amato Dig, quelle che mi hanno fatto perdere la testa in Vertigo per intenderci, passerò direttamente ai motivi per cui non riavrò mai più indietro il mio cuore. Per lui non c'è niente di più importante della sicurezza della sua famiglia, motivo per cui persino i membri di quella che negli ultimi cinque anni è diventata la sua seconda famiglia non sanno praticamente nulla di lui. La sua lealtà, il suo coraggio e la sua determinazione non mi erano nuove, ma non mi ero resa conto di quanto fossero radicate in lui. Ma più di tutto mi sono innamorata della sua paura, di quel sentimento così forte e genuino che fa crollare tutte le sue difese. Digger non ha mai indossato maschere, non ha mai mentito, semplicemente ha protetto con tutto se stesso la sua famiglia, eppure tutti i suoi sacrifici non sono stati sufficienti. Vederlo così preoccupato per sua sorella è stato molto tenero, in un certo senso, perché a differenza degli altri membri del Team, è difficile vedere il suo lato protettivo in azione. La sua love story con Megan Reed è tra le mie preferite, perché è il mio tipo ideale di relazione. Dopo averli visti interagire in Free Fall avevo pensato che niente li avrebbe divisi, la sola idea che potessero avere degli alti e bassi mi sembrava semplicemente ridicola. I problemi tra loro dipendono principalmente dai segreti di Ariel e dalla paura di perdere Deborah, portando Megan a sentirsi esclusa dalla sua vita, benché Deb sia la sua migliore amica. Ho apprezzato molto il modo in cui sono riusciti a risolvere la situazione, soprattutto perché ho trovato l'intera scena dolcissima. Alla fine anche per lei è impossibile tenere il broncio a Dig. Invidiaaa! Cioè, Meg è fantastica, non fraintendetemi, però... Invidiaaaa! A parte il fatto che, durante il loro litigio, ad un certo punto sono scoppiata a ridere perché Digger non ci sa proprio fare. Per lui decrittare un codice super complicato sarebbe di gran lunga più facile che decifrare una donna. Ma è anche per questo che lo amo. Tra quei due non c'è solo passione, ma c'è anche complicità, quella che nasce quando hai tantissimo in comune con una persona. Ecco, questi sono Dig e Meg, due persone che si conoscono da anni, ma che hanno ignorato quanto potessero funzionare bene insieme fin dal principio. Perché certe cose sono semplicemente destinate ad essere, non importa quanto tempo ci vorrà. Prima di passare a Deb però, vorrei parlarvi di lei: Irina Kurbatova Levy Petrova. Come i vari cognomi lasciano intuire, è l'ex moglie di Aaron Levy, nonché madre di Deborah e matrigna di Ariel. Ma matrigna suona decisamente male e non le si addice affatto. Perché è una madre fantastica, inoltre è una super badass e vederla in azione è sempre uno spettacolo. La sua vita non è stata per niente facile e ha dovuto imparare piuttosto in fretta a combattere con le unghie e con i denti per resistere in un mondo popolato perlopiù da squali. La donna che incontriamo è molto diversa dalla ragazza che conosciamo tramite i ricordi di Ariel nei primi capitoli e, lasciatemelo dire, il cambiamento mi ha stupita davvero molto in positivo. Non sarebbe corretto da parte mia dire che sono entrata subito in empatia con lei, eppure mi è stato impossibile non affezionarmi. Sotto la spessa corazza nella quale si è rintanata, c'è una donna che ha amato intensamente e più di una volta si è ritrovata con il cuore a pezzi. Eppure è ancora capace di amare, tanto da considerare Ariel come un figlio. Tanto da essere sopravvissuta a due matrimoni che le hanno lasciato delle cicatrici indelebili nel cuore, eppure essere ancora in grado di innamorarsi e mettersi nuovamente in gioco. Secondo me ci vuole una grandissima forza interiore per riuscirci e questo è uno dei motivi per cui la stimo così tanto. Konstantin Zukov è un ex Spetsnaz ed ex ispettore di polizia moscovita che ora lavora alle dipendenze di GD. Lui ed Irina si sono conosciuti durante le indagini per l'omicidio di Anton Petrov, il secondo marito di lei. Probabilmente lui è stato la sua fortuna, perché altri avrebbero volentieri archiviato il caso senza indagare a fondo e non so che ne sarebbe stato di lei, se le cose fossero andate davvero così. Kos è calmo e riflessivo, anche se inizialmente può sembrare una persona molto seria, motivo per cui è stato soprannominato Grim dagli altri membri del Team. Ma una persona che si lascia chiamare Grim il senso dell'umorismo deve averlo, no? Non si ferma alle apparenze e non ha paura di sporcarsi le mani, né tanto meno si lascia intimidire facilmente. Non vi so dire il momento esatto in cui ho iniziato a shipparli, eppure li trovo perfetti insieme. Visti i suoi trascorsi con Irina, viene coinvolto da GD proprio per mettersi in contatto con lei. Deborah Levy ha la stessa determinazione della madre e la stessa abilità informatica del fratello. Ha una mente brillante ed è molto astuta, qualità non da poco vista la situazione in cui si trova. Purtroppo è finita nella rete di un pazzo assassino e uscirne viva non sarà facile. Fortunatamente ha una famiglia che farebbe di tutto per lei ed è esattamente quello che fanno. Per questo motivo viene coinvolto anche Paul Hogan, in licenza dai corpo speciali per quattro settimane. Deborah diventa fin da subito la sua missione e credetemi, Hogan è uno che non molla per niente al mondo. Vi posso assicurare che i sentimenti che provano l'uno per l'altra non sono dettati dalle circostanze, perché due calamite sono destinate ad attrarsi a prescindere da tutto il resto. Hogan rappresenta per Deb un'ancora di salvezza, eppure è del suo carattere rude e dolce al tempo stesso di cui s'innamora, non del salvatore in quanto tale. Lui invece la conosce prima ancora d'incontrarla, avvicinandola senza dare nell'occhio, proprio perché fare in modo che lei si fidi di lui fin dal primo istante è di fondamentale importanza. Oserei dire che rimane quasi folgorato da lei, dalla sua sua caparbietà e dalla sua forza di volontà. Sì, Deborah Levy è decisamente la donna giusta per Hulk-Hogan. E no, chiamarlo così non è stata una mia idea. C'è un motivo ben preciso dietro questo soprannome. Tra l'altro non ricordo se il Troglo-Team è nato insieme ad Hulk-Hogan o se è nato in Hard Landing... Ma sto divagando. XD Prima di concludere devo per forza parlarvi di lui, o almeno accennarvi qualcosina. Sì, perché non posso non menzionare Derek Hunt. Per mia fortuna il nome in sé non rappresenta uno spoiler, perché per capire chi è dovete per forza leggere Spiral, aver finito Free Fall non è minimamente sufficiente. Non scenderò nei dettagli per non rovinarvi la sorpresa, ma vi basti sapere che lo odio. Lo odio dal profondo del mio cuore e Monica in questo è molto brava, perché provo un odio viscerale per tutti i suoi villains. Infatti su Mathias Weissman ho solo parolacce. Ero tentata di non menzionarlo nemmeno, ma farlo mi permette di rafforzare il concetto. Lo stile è sempre pulito e conciso, Monica non si perde in lunghe descrizioni o in grandi giri di parole, preferendo di gran lunga lo show don't tell. E questo è uno dei motivi per cui i sentimenti che provo durante la lettura dei suoi romanzi sono così intensi, come appunto l'odio sopracitato. Che posso farci, li prenderei tutti a randellate in testa. XD
In conclusione con questo terzo romanzo posso tranquillamente affermare di essere assolutamente, inequivocabilmente ed irrimediabilmente innamorata del Team. La resa dei conti è vicina e fidatevi, il finale promette scintille.

E con questo anche per oggi è tutto. :) Come sempre vi ringrazio per essere arrivati fin qui nonostante sia una vera logorroica. Spero di non avervi annoiati con la mia personale opinione, in caso contrario vi chiedo scusa. Ora vi saluto e vi mando un bacio. 
Alla prossima,
Feeling Reading
→ Bontix
#teamDigger

2 commenti:

  1. Carissima Bontix, grazie anche per questo nuovo excursus nel mondo del Team. Questa famiglia (come in parte già sai da "Storm") ha ancora molto da mostrarci e da raccontarci quindi... a prestissimo, perché i Levy non hanno finito di stupirci! <3

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    1. E io non vedo l'ora di farmi stupire ancora, cara Monica. Non sto più nella pelle! *-* ❤

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