giovedì 5 marzo 2020

Recensione: "La corte di nebbia e furia" di Sarah J. Maas

Buongiorno a tutti, readers! Come state? Come sta andando la vostra settimana? Il weekend finalmente si avvicina e devo dire che la mia settimana tutto sommato è andata bene, diciamo che mi sto riprendendo dagli scleri dello scorso weekend. Ebbene sì, mi sono dedicata completamente alla lettura e ho finito non uno, ma ben due libri. Che volete farci, sono in trepidante attesa dell'uscita di Animal Crossing e Final Fantasy VII Remake, non posso certo mettermi ad iniziare un nuovo videogioco! Del primo ve ne parlerò tra poco, del secondo invece ve ne parlerò la prossima settimana, perché si tratta di Aurora Rising e, come vi avevo accennato, troverete molto presto sia l'intervista ai lettori, sia la recensione del romanzo. Ma torniamo a noi: il romanzo di cui vi parlerò oggi è "La corte di nebbia" e furia di Sarah J. Maas. Lo so, dopo aver letto la recensione de "La corte di rose e spine" lo scorso anno sarete sicuramente molto stupiti, ma già allora avevo parlato della possibilità di proseguire con la lettura perché, nonostante tutto, alcune cose mi erano piaciute e pensavo che la storia avesse delle potenzialità che potessero essere sfruttate. Ebbene, per scoprire cosa ne penso non vi resta che leggere questa sclero-recensione (perché sì, sarà uno sclero totale) e sarà completamente diversa da tutte le mie recensioni precedenti. Buona lettura. ❤


Titolo: La corte di nebbia e furia
Serie: A Court of Thorns and Roses #2
Autore: Sarah J. Maas
Editore: Mondadori
Pagine: 619
Prezzo: € 17,90 cartaceo e € 8,99 ebook

Data d'uscita: 18.06.2019

Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l'eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l'arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto - secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte - è per lei quasi un sollievo. Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.

VOTO:
★★★★½
RECENSIONE
Resto convinta che le mie due stelline e mezzo di ACOTAR siano in buona parte colpa di Tamlin (che ho soprannominato Tamlidiota, da leggere Tam l'Idiota se preferite) e del fatto che Feyre s'innamora di lui, ovvero di quello sbagliato. Sarò sincera con voi, se avessi letto ACOMAF l'anno scorso molto probabilmente non l'avrei apprezzato tanto quanto l'ho apprezzato ora. Forse non era il periodo adatto per questa storia e il dubbio di aver avuto tutti questi problemi con ACOTAR per via di quello che mi è successo in quel periodo mi rimarrà sempre, però di una cosa sono sicura: io Tamlidiota l'ho mal sopportato e non credo che leggerlo in un periodo più "giusto" avrebbe fatto qualche differenza con lui. Probabilmente avrei semplicemente trovato meno noiose ed irritanti le parti centrali del romanzo, dove sostanzialmente non succede una mazza. Pagine e pagine di niente. Il nulla assoluto.
Ammetto anche di aver rimandato questa lettura per mesi e mesi, con la paura che potesse farmi piombare nuovamente nel blocco del lettore, cosa che mi stava effettivamente capitando durante la lettura dei primi 4 capitoli. Quei dannati capitoli iniziali ambientati alla Corte di Primavera, con il sopracitato Tamlidiota in mezzo alle balle. Mi sono dovuta fare forza per proseguire e ci ho messo una settimana per arrivare alla fine del quarto capitolo, quando è arrivato Rhys a salvarmi. Purtroppo questa fatica iniziale m'impedisce di assegnare le cinque stelle piene, perché la presenza di Tamlidiota ha rovinato il piacere per la lettura e mentirei se dicessi il contrario. Ma una volta superato questo scoglio leggere è tornato ad essere un piacere e finalmente posso dire di essere di nuovo una Maas-addicted. La trama è molto semplice, non c'è nulla di particolarmente articolato e, a differenza della serie di "Throne of Glass" che ha una trama semplicemente pazzesca, la serie di "A Court of Thorns and Roses" non ha nulla che mi faccia dire "wow". Questo perché il vero punto di forza sono i personaggi. Quando leggo commenti in cui la gente dice che in ACOMAF non succede nulla ma il libro è bellissimo lo stesso, mi ritrovo a pensare che sì, hanno ragione. Perché la vera bellezza stavolta non sta nei colpi di scena, né in idee particolarmente originali, perché diciamocelo, anche in questo secondo romanzo non succede una mazza. O meglio, le cose succedono e quando succedono sono davvero ben scritte, ma sono poche in confronto al numero delle pagine.
Il world building è davvero ben costruito, perché se c'è una cosa che ho detto fin dalle prime pagine di ACOTAR è che Prythian è davvero incantevole
. È bellissima e spietata al tempo stesso. Le dinamiche tra le sette Corti non sono ancora ben chiare, men che meno ora che stanno cercando di rimettersi in piedi dopo essere sopravvissuti al regno di terrore rappresentato dai cinquant'anni di tirannia di Amarantha. Sono rimasta affascinata da tutto ciò che riguarda la storia, la politica, gli intrighi (che di solito detesto) e soprattutto la geografia di questa terra fatata. Purtroppo al momento le Corti che ci ha mostrato la Maas sono tre su sette, ma spero di poter vedere anche le altre quattro in ACOWAR, perché sono davvero innamorata di Prythian. Ma soprattutto sono innamorata di Velaris. Quel piccolo angolo di Paradiso che è la Corte dei Sogni, il motivo per cui Rhys ha fatto quello che ha fatto in ACOTAR, il motivo per cui già l'anno scorso ero sicura che lui non fosse quello che credevano tutti, che stesse mentendo per salvare la sua Corte. Ecco, mi ero in parte sbagliata. Perché lui non combatte per la sua Corte, lui combatte per la sua famiglia, e per quel piccolo angolo di Paradiso che lui e la sua famiglia hanno tenuto nascosto agli occhi di tutta Prythian. Perché nessuno è a conoscenza dell'esistenza di Velaris e della Corte dei Sogni, per il resto del mondo la Corte della Notte è formata solo ed esclusivamente dalla Corte degli Incubi. E per Rhys va bene così, perché a lui non importa se tutto il mondo sia convinto che lui è uno stro**o senza cuore, a lui basta che la sua famiglia sappia la verità. A lui interessa la stima delle persone che ama, tutto il resto non conta. E se passare per stro**o e quindi essere il bersaglio di qualsiasi abitante delle altre Corti è il prezzo che deve pagare per tenere al sicuro Velaris, allora lui è pronto a pagarlo. Per questo mi sono innamorata di lui e degli altri membri dell'Inner Circle (Cerchia Ristretta in italiano).
Quando dico che il punto di forza di questo romanzo sono i personaggi, intendo proprio il fatto che è impossibile rimanere indifferenti. O li ami o li odi. Per me è stato così fin da subito, perché nessuno di loro mi è mai stato indifferente. Ho odiato Tamlin, Ianthe, Amarantha, l'Attor, il re di Hybern, Jurian e le Regine Mortali, così come ho amato Rhysand, Cassian, Azriel, Amren e Morrigan. Nemmeno Feyre, Lucien, Elain e Nesta, che però meritano un discorso a parte. Perché se Lucien e le sorelle di Feyre compaiono troppo poco per poter rientrare in una delle due categorie, comunque non restano indifferenti agli occhi del lettore, chi per un motivo, chi per un altro. Un discorso più complesso vale per la nostra protagonista invece. Vi siete mai soffermati a ragionare sul significato dei titoli? La corte di rose e spine. E la parola chiave è spine. Perché all'inizio tutto sembra rose e fiori, ma poi arrivano le spine, che pungono, feriscono e fanno sanguinare. Arrivano il dolore e la disperazione, arriva il punto di rottura per Feyre. La corte di nebbia e furia, dove all'inizio c'è solo nebbia perché Feyre è a pezzi e non riesce a rimettersi insieme, non riesce a vedersi né tanto meno a riconoscersi. È persa in una nebbia fatta di disperazione e sensi di colpa che la stanno pian piano corrodendo dall'interno, la stanno uccidendo. La furia le permette di tornare a provare delle emozioni, le permette di trovare di nuovo la forza di rialzarsi e combattere e, pian piano riesce a rimettere insieme i pezzi frantumati del suo cuore e a guarire. Grazie a Rhys, che non le permette di mollare, che la sprona, la punzecchia, flirta spudoratamente, spesso la fa anche arrabbiare, cerca un qualsiasi tipo di reazione perché qualsiasi cosa è meglio dell'abisso di apatia e autocommiserazione in cui stava sprofondando.
Quindi sì, la trama di ACOMAF è piuttosto scarna se confrontata a quella di altri romanzi, perché il punto focale di tutta la storia è la crescita di Feyre, il suo tornare  ad amare e a combattere per ciò in cui crede, il suo tornare a vivere. Spesso l'ho trovata snervante e a volte avrei semplicemente voluto prenderla a ceffoni per la sua stupidità e ingenuità, avrei voluto prenderla per le spalle e scuoterla, urlarle: 
«Maledizione, non vedi quanto ti ama?!» Perché Rhys la ama incondizionatamente, ne è follemente innamorato dai tempi di ACOTAR, eppure lei non se n'è mai accorta. Era accecata dai sentimenti che provava per quell'essere utile quanto uno scopettone del cesso. O meglio, dei sentimenti che pensava di provare. Perché resto convinta che lei abbia confuso l'idea dell'amore con l'amore vero. Essendo cresciuta senza ricevere gesti di affetto da parte della sua famiglia, lei non sapeva riconoscere davvero l'amore dall'affetto, di conseguenza resto convinta che lei si sia innamorata della prima persona che le ha dimostrato un po' di gentilezza. Ma quello non è amore e, sfortunatamente, se ne accorge troppo tardi. Il danno ormai è fatto e le conseguenza sono terribili, perché quell'essere inutile e idiota, con la personalità di un comodino, che non solo ha degli evidenti problemi di gestione della rabbia (roba che se Feyre fosse stata ancora umana la storia sarebbe finita da un pezzo con un bel funerale), è ormai ossessionato da lei. Tanto da non lasciarle alcun tipo di libertà, tanto da fingere che vada tutto bene quando è evidente che lei non stia affatto bene. E io non lo perdonerò mai per questo. Trovo che Rhys abbia spiegato benissimo i motivi per cui lo odio già nel capitolo 7: «Ma io ti conosco, più di quanto tu pensi, direi, e non credo neanche per un minuto che possa andarti bene essere un grazioso trofeo per qualcuno che non ha mosso il culo per quasi cinquant'anni, poi non ha mosso il culo mentre ti facevano a pezzi.» Perché quando dico che Tamlidiota è utile quanto uno scopettone del cesso, intendo che letteralmente è utile solo per quello. Già nella recensione di ACOTAR dissi che era un personaggio completamente inutile e in questo secondo romanzo ha confermato di esserlo. Non serve sostanzialmente a nulla, tranne che a creare problemi e rompere le balle. E mi dispiace per Lucien, perché lui invece mi piace, ma purtroppo finché darà retta a quell'idiota, continuerà ad essere dalla parte del torto. Perché so che lui tiene a Feyre, ma la verità è che non ci tiene abbastanza, non prova realmente ad aiutarla e in fondo non glielo perdonerò mai. E credetemi quando vi dico che la differenza tra la Corte di Primavera e la Corte dei Sogni si vede, perché è abissale. Se nella prima Feyre stava lentamente morendo, nella seconda torna a vivere e lo fa grazie all'amicizia che Rhys e l'Inner Circle le offrono. Rhys è semplicemente spettacolare, perché sa essere dolcissimo e spietato al tempo stesso. È leale alla sua famiglia e alla sua gente, perché Velaris è il suo sogno di un mondo migliore divenuto realtà. Tutti loro sono sognatori e combattono ferocemente per mantenere inviolata la città. Innamorarmi di Rhys mi è venuto spontaneo perché è davvero dolcissimo, ironico e irriverente, spudoratamente sexy e tremendamente leale. È anche il più potente Signore Supremo che abbia mai camminato su questo mondo, eppure non utilizza il suo incredibile potere per se stesso: lo usa per mantenere Velaris al sicuro. Come ho detto prima, a lui non importa cosa pensano le altre Corti sul suo conto, a lui importa solo della sua gente.
La stessa cosa vale per gli altri membri dell'Inner Circle, ovvero Cass, Az, Mor ed Amren. Inutile dire che mi sono innamorata perdutamente anche dei due guerrieri Illyrian, perché è impossibile non farlo. Esattamente come Rhys anche loro sono dolci e iperprotettivi, crudeli e spietati in base alla persona con cui hanno a che fare. Si affezionano subito a Feyre e darebbero la vita per lei, ma non perché è la compagna di Rhys, ma perché la considerano una vera amica e se Rhys la facesse soffrire, prima si preoccuperebbero di farle tornare il sorriso, e poi andrebbero a pestare Rhys, il loro Signore Supremo. Insomma, come non amarli? Un discorso leggermente diverso invece vale per Mor ed Amren, in quanto mi sono affezionata, ma non le ho ancora inquadrate bene. Di certo sono leali a Velaris e hanno dimostrato in più di un'occasione di essere temibili e pericolose quanto i tre uomini. E tutti loro hanno dimostrato di essere pronti a dare la vita l'uno per l'altra, così come per Velaris, perché si considerano davvero una famiglia e credono davvero che quel sogno che Velaris rappresenta debba essere protetto ad ogni costo. E dopo i capitoli finali da colpo al cuore (Maas, questa me la paghi) non mi resta che buttarmi al più presto su ACOWAR.
Inutile dire che ho amato tutte le interazioni tra i Feysand e ho apprezzato molto il modo in cui il loro rapporto è cresciuto pian piano, diventando prima di tutto amici. Le loro battutine e scaramucce spesso mi hanno fatta sbellicare dalle risate, così come le battutine sceme di Cass. Però devo fare un piccolo appunto sul famoso capitolo 55: qualcuno mi spiega cortesemente cos'ha di così spinto (secondo alcuni) da aver fatto diventare ACOMAF un romanzo porno? Sul serio, dove l'avete visto il porno? Me perplessa...
Prima di concludere questa sclero-recensione chilometrica, volevo spendere due parole sulla traduzione italiana. Sia chiaro, sarò eternamente grata alla Mondadori per aver tradotto l'intera trilogia nell'arco del 2019, ma ho trovato di quegli orrori nel corso della lettura che mi hanno fatto rizzare i peli. Tempi verbali sbagliati, parole messe a caso e alcune tradotte in maniera non del tutto corretta. Ci sono davvero rimasta male, perché da una casa editrice come la Mondadori non me lo aspettavo.
In conclusione, sono rimasta davvero soddisfatta dalla lettura de "La corte di nebbia e furia", soprattutto perché avevo paura di rimanere parecchio delusa. Ho provato mille emozioni e sono finita in una nuova book crush, perché l'amore che provo per Rhys è talmente grande che non sono in grado di spiegarlo a parole. Scoprire alcuni retroscena sul suo passato mi ha letteralmente uccisa e pretendo un happy ending con i fiocchi per il mio Signore Supremo preferito in assoluto.

E con questo direi che per oggi è tutto. Mi scuso se questa sclero-recensione chilometrica sia così confusionaria rispetto alle solite che scrivo, ma questa mi è uscita così. Avevo davvero tante cose da dire (probabilmente non ho nemmeno detto tutto perché mi sarò dimenticata qualcosa), e confesso che non è stato facile mettere in ordine i pensieri. Spero di non avervi annoiati con la mia opinione e vi ringrazio di essere arrivati fin qui. Più che altro mi domando se qualcuno arriverà davvero fin qui. XD Grazie e buona giornata. Un bacio. ❤
Alla prossima,
Feeling Reading
→ Bontix

2 commenti:

  1. Recensione fantastica come sempre!💙 Comunque io proporrei di brevettarlo il “Tamlidiota”... Della serie: PER UN CESSO PIÙ PULITO, USA ANCHE TU IL “TAMLIDIOTA”. DISPONIBILE A PARTIRE DA METÀ MARZO, SOLO NEI MIGLIORI NEGOZI DI ARTICOLI PER LA CASA. *da leggersi con la voce di Pintus che imita Chef Tony*

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    1. Che farei senza di te? Grazie per tutte le risate, sul serio. My Evil Queen is the best! ❤❤

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