giovedì 4 giugno 2015

Recensione: "Campari a colazione" di Sara Crowe

Salve a tutti, readers! Come vi avevo anticipato, eccomi qui con la recensione di Campari a colazione, libro di Sara Crowe. E' un romanzo che ho letto in pochissimi giorni e, sebbene la storia sia... particolare, per così dire, la lettura è davvero fresca e scorrevole. Ma lasciamo stare i preamboli, di seguito trovate i dettagli del libro e la mia recensione.
Titolo: Campari a colazione
Autore: Sara Crowe
Editore: Harlequin Mondadori
Prezzo: € 12,90
Pagine: 360
Data d'uscita: 5 Maggio 2015

 
Nel 1987, il mondo di Sue Bowl cambia per sempre. Sua madre muore, lasciandola con la sensazione di aver perso una parte vitale di sé. E come se non bastasse, suo padre se la fa con un'orribile mangiatrice di uomini di nome Ivana. Ma la madre le ha sempre detto di fare del proprio meglio con quello che ha, e ciò che le è rimasto sono il suo amore per la scrittura e una zia a dir poco stravagante. Così Sue si trasferisce per un po' nella malmessa magione di famiglia di zia Coral, Green Place, insieme a un numero sempre crescente di eccentrici personaggi. Qui avrà modo di scrivere - anche se forse non è quella grande scrittrice che credeva - e di imparare cos'è l'amore. Avrà tempo di crescere e di fare pace con il passato
.

VOTO:


RECENSIONE.
Non sono propriamente quattro stelle piene. Sarebbe un quattro meno meno, ma con questo tipo di giudizio è complicato farlo capire in altro modo.
Il romanzo si apre con una pagina dello Zibaldone di zia Carol, che sarà per l'intero romanzo la chiave per mettere a confronto il passato della zia con quello di Sue, la nipote adolescente che va da lei a passare le vacanze. Sue è molto affezionata alla zia che, essendo molto più grande di sua madre, considera più una nonna. E come se non bastasse, la casa in cui abita zia Carol è a dir poco una reggia. Ma Sue bada poco a queste inezie, soprattutto ora che sua madre è morta suicida e suo padre sembra più interessato alla nuova futura moglie che alla figlia. Ma ci penserà zia Carol a farla tornare in sé, a farle riscorprire le sue passioni e non solo. Infatti, tra una varietà indicibile di personaggi a dir poco eclettici, la scrittura (ammetto che ho adorato le dritte che questa pazza zia/nonna dà a sua nipote), la scoperta su alcune verità nascoste e il primo amore, Sue crescerà, maturerà e capirà molto di se stessa, facendo pace con i fantasmi del passato.
Come si può capire da questo breve riassunto, il genere di questo romanzo è misto. Sicuramente si tratta di un romanzo di formazione, di crescita, arricchito dalle tematiche gialle e poliziesche, per finire con una spruzzata di comicità e soprannaturale (vero soprannaturale?). I personaggi non mi sono dispiaciuti, ma non mi hanno fatto nemmeno fatta impazzire. Sicuramente, per rispondere alla domanda fatta anche dalla casa editrice, tra zia Carol e Sue, avrei scelto sicuramente zia Carol. Sebbene la protagonista venga fuori da un tremendo episodio, la madre è morta suicida, si perde in piccoli cliché degni della sua fascia d'età: si innamora del classico dongiovanni un po' tonto, che non la degna neanche di uno sguardo, e si fa scappare quello che realmente potrebbe essere un buon partito; quello che ci tiene davvero. Per il resto, ho trovato Sue un bel personaggio. Mette il cuore in ciò che fa e, nonoatante la sofferenza, vuole scoprire cos'è successo a sua madre, cosa l'ha spinta a suicidarsi. Un po' per colmare il proprio dolore e le proprie domande, un po' per poter andare avanti. E zia Carol l'aiuterà in questo, e non solo lei. Quest'ultima è un personaggio tutto pepe e indubbiamente strambo. Anche se, sotto la sua stranezza, si nasconde una donna sola e bisognosa d'amore. Circondata dalla solitudine della sua enorme magione, non solo ha deciso di aprire le porte di Green Place ad amici e conoscenti, ma si è circondata di qualsiasi tipo di robaccia: scarpe, borse, vestiti. Che puntualmente finiscono al mercatino dell'usato per tentare di salvare la casa che, altrimenti, finirebbe in vendita a causa degli enormi debiti. Ho parlato di comicità e sopratturale perché, per quanto riguarda il primo punto, molte scene e molti pensieri fanno sicuramente ridere, poi Sue sarà convinta che la casa è infestata da uno spirio. Ma sarà vero? Lo scoprirete solo leggendo...
Gli altri personaggi non li ho inquadrati veramente. Joe penso sia stato quello meglio caratterizzato, mentre ho trovato un po' inutile Loudolle. La classica primadonna che se la prende con Sue senza motivo. Il problema è che qui, secondo me, il motivo non c'era davvero. Perlomeno, io non l'ho colto. E' come se si fosse svegliata una mattina e avesse deciso di tormentare, ricattare e tutto Sue, così, giusto per noia. La loro rivalità l'ho trovata davvero assurda e senza senso. Lo stile della Crowe non è male, anche se il fatto che tutto il romanzo venga narrato tramite pagine di diario è un po' pesante. Odio veramente tanto i dialoghi che hanno la forma "ha detto, ha risposto, ha sorriso". E' più forte di me. Avrei preferito una narrazione più presente, ecco. La scrittura, tutto sommato, è semplice. Con un linguaggio diretto e fluido, ricercato quel tanto che basta. E cosa molto importante, si capisce senza troppi sforzi quando le pagine sono scritte da zia Carol e quando, invece, ci troviamo nella mente di Sue.
In conclusione posso dire che è un romanzo che può piacere o meno. La via di mezzo secondo me è rara. Di sicuro è originale, con una trama godibile e una buona scrittura. Pertanto, se la sinossi vi ha incuriosti, leggetelo. Nonostante i piccoli difetti che non mi sono proprio piaciuti, è stata una lettura interessante.
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Finalmente ho pubblicato una delle due recensioni che avevo in programma. Sto per commuovermi... Non so perché ma, davvero, le ultime settimane sono una faticaccia immane. Comunque, tornando al romanzo, chi di voi lo ha letto? Cosa mi dite a riguardo? Aspetto i vostri commenti, readers! ;)
Alla prossima,
Feeling Reading

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