martedì 30 ottobre 2018

AniManga — Otaku Girls #2 | Sword Art Online

Buongiorno a tutti, otaku! Come state? Torna oggi un nuovo appuntamento della rubrica dedicata agli anime e manga, che dalla visualizzazioni del precedente (e primissimo) post è andata benissimo *-* Mi spiace solo aver avuto una bassa interazione con voi, notando un dislivello pauroso fra i commenti e le effettive, per l'appunto, visualizzazioni dell'articolo... ma confido in voi. Era comunque il primo post, quindi spero che andando avanti anche i vostri commenti cresceranno insieme a me e a questa nuova rubrica. Ma cominciamo! Anche se non sembra, la scelta dell'anime di oggi è strettamente collegata ad Halloween. Lo so, forse accantonare vampiri, lupi mannari, maledizioni e fantasmi potrebbe sembrare poco inerente alla notte più spaventosa dell'anno, ma... Cosa fareste se, in un ipotetico futuro ultra tecnologico, poteste entrate completamente in un videogioco online restandone intrappolati? Niente tasto di logout, solo un modo per uscire e tornare alla vita reale: sconfiggere tutti i cento boss dei cento livelli e vincere, perché se moriste all'interno del mondo virtuale... morireste anche nella vita reale.


Ebbene sì, chi conosce le vicende di Kirito e Asuna sa già di cosa sto parlando: Sword Art Online, abbreviato SAO, serie che potete trovate completamente doppiata su Netflix, è forse una scelta insolita da consigliare per Halloween, ma secondo me l'idea di Reki Kawahara potrebbe essere molto più spaventosa di tutti i cliché horror collegati alla notte più terrificante dell'anno. Insomma, in un'epoca dove il VR esiste davvero, dove la tecnologia sta facendo passi da giganti, dove Microsoft e Sony vendono senza problemi le loro console fisse e la Nintendo sforna quasi ogni anno una nuova console portatile, credere che fra qualche anno (magari non il 2022, data di inizio di SAO) la realtà virtuale possa diventare molto più reale che virtuale non è da escludere. E non credo che a tutti farebbe piacere ritrovarsi intrappolati in un gioco dove si può davvero rischiare la propria vita... Sarebbe orribile, per non dire spaventoso, e ci terrorizzerebbe a morte. Bene, se si entra in quest'ottica, forse le vicende di SAO possono realmente considerarsi terrificanti. Ma andiamo per gradi, soprattutto per chi non ha la benché minima idea di cosa stia parlando.
Sword Art Online è una serie di light novel scritta da Reki Kawahara e pubblicata per la prima volta nel 2009. Dall'opera sono stati tratti nove manga pubblicati in Giappone, vari videogiochi e due serie di light novel spin-off. Esiste anche un'edizione italiana, sia della serie di light novel principale che dei manga, che purtroppo io non ho ancora letto. Conosco solo l'anime — ed è stato proprio grazie a Netflix se questa estate ho potuto concludere questa serie che avevo beccato diversi anni fa in TV, sebbene non mi ricordi il canale esatto (MTV forse, o addirittura i primi anni di Rai4, quando ancora mandano le serate anime)  ma so che malgrado esso sia parecchio fedele alle vicende scritte, si discosta un po' sotto molti aspetti. Ma analizziamo bene la trama. Le vicende di SAO seguono la storia di Kazuto Kirigaya, meglio conosciuto come Kirito, un ragazzo delle superiori che rimane intrappolato insieme ad altri 10.000 giocatori in un MMORPG. Sword Art Online, infatti, è il nome di un gioco futuristico. Una realtà virtuale di gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa (VRMMORPG) pubblicata nel 2022: grazie al NerveGear, un casco in grado di stimolare i cinque sensi dell'utilizzatore tramite la manipolazione diretta del cervello, i giocatori possono impersonare e controllare il loro stesso personaggio nel gioco direttamente con la loro mente. E qui iniziano i problemi, perché il giorno del day one, cioè il giorno dell'effettivo rilascio, in tantissimi, subito ritornati a casa, effettuano il login, scoprendo quasi subito di non poter più disconnettersi. Scopriamo fin dal primissimo episodio che l'idea di intrappolarli tutti ad Aincrad, mondo in cui ci ritroveremo anche noi per tutta la durata della prima metà della prima stagione, è di Akihiko Kayaba, l'inventore stesso di questa realtà virtuale: se i giocatori desiderano tornare nel mondo reale dovranno raggiungere e superare l'ultimo livello del gioco, il centesimo piano del castello volante in cui si trova il boss finale. Tuttavia, in caso di morte virtuale, il NerveGear causerà un coma cerebrale al giocatore stesso per mezzo di scosse elettriche al cervello, causandone l'effettiva morte. Kirito è il protagonista di questo anime, ed è uno dei mille beta-tester che avevano già giocato ad una versione in anteprima del gioco. Ed è proprio per questo motivo, credendosi forse più esperto degli altri, che il ragazzo si impegnerà a fondo per portare a termine il gioco da solo. Col passare del tempo, tuttavia, la solitudine e svariate problematiche, porteranno Kirito a soffrire per questa scelta, spingendolo ad avvicinarsi ad una giocatrice di nome Asuna, con cui formerà perfino un party. Ammetto che sia Kirito che Asuna mi sono piaciuti tantissimo, ma ci sono altri personaggi che nel corso degli esplodi hanno trovato la mia simpatia: in primis Silica, poi Sachi, Klein, Lisbeth, e in particolar modo la piccola Yui. Ognuno di loro, per comportamenti, caratteri e storie diverse, mi hanno fatto sorridere, ridere a crepapelle e piangere anche un po'.
Trovo che l'idea di SAO, in modo particolare la prima parte della storia, il fatidico "come tutto ha inizio", cioè il ciclo di Aincrad, sia pazzesca. È stata proprio quella trama ad avermi affascinata, spingendomi a recuperare l'intera serie (e anche quella dopo, per non parlare del bellissimo film Ordinal Scale), e per quanto mi riguarda Sword Art Online è Aincrad... tutto quello che viene dopo, devo ammetterlo a malincuore, mi ha fatto un po' storcere il naso. Mi riservo di cambiare idea sulla terza serie, comunque, perché tutti concordano sul fatto che sia pazzesca e che, anche se in modo diverso, riproponga l'idea originale del mangaca, che si era un po' persa nel corso dei vari sequel. Un altro punto debole di SAO, che si voglio comunque continuandone la visione dopo la parentesi Aincrad, è strettamene collegata ai personaggi. Kirito è indubbiamente il mio personaggio preferito, per forza e determinazione, carisma e testardaggine, ma anche perché secondo me incarna alla perfezione il diciottenne bello e tormentato che, proprio in quanto adolescente, è sempre in piena fase ormonale. E so di star dicendo una cosa assurda poiché, benché io adori tantissimo Kirito, ho davvero odiato il su modo di fare con le varie ragazze dei diversi mondi virtuali... se in Aincrad poteva starci, dopo non l'ho apprezzato particolarmente. E non ho apprezzato nemmeno troppo la scelta di Kawahara di snaturalizzare il suo protagonista, rendendolo forse un po' troppo pappamolle rispetto al primo ciclo di narrazione. Una parte di me crede comunque che fino ad un certo punto il cambiamento di Kirito sia capibile, ma l'altra parte non ci crede granché. E la cosa assurda è che penso di Asuna la stessa identica cosa! La co-protagonista di SAO si chiama Asuna Yuki, e se credo che nel ciclo di Aincrad sia una figura femminile pazzesca, con le pa**e, un coraggio da vendere e una temerarietà degna di pochi, cambio subito idea nei sequel, dove Asuna diventa perfino — a mio avviso — un personaggio marginale. Malgrado questo, trovo comunque il rapporto dei due molto bello, sviluppato gradualmente — anche se purtroppo guardando la serie potrebbe non sembrare — e piuttosto solido, forse perché nato in un momento di estrema delicatezza.
E veniamo ora ai tasti dolenti. Come anticipato nelle righe soprastanti, il ciclo narrativo che mi ha fatto letteralmente innamorare di questa serie inizia e finisce, fino ad ora, con Aincrad, che rappresenta l'esatta metà della prima stagione dell'anime. La seconda parte di questa prima serie, infatti, non mi è piaciuta per niente. Sto parlando del ciclo narrativo di Alfheim Online (ALO), dove non solo incontriamo uno dei personaggi (almeno per me) più antipatici della storia, forse solo Chibiusa la supera, ma sfociamo in un'accozzaglia di enormi e giganteschi mahLeafa mi provoca l'orticaria non solo col suo avatar virtuale, ma anche e soprattutto con la se stessa della vita reale. Io non so davvero cosa pensava l'autore quando ha deciso di dare a 'sta ragazza questa parte, ma i suoi ragionamenti, quello che fa e soprattutto ciò che dice mi hanno letteralmente fatto accapponare la pelle. Non vi spoilero nulla, com'è ovvio, ma se avete visto la serie o la guarderete vi prego, vi prego, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate voi. E non commento nemmeno quello che è stato riservato ad Asuna e alla snaturalizzazione drastica che subisce il suo personaggio in questo secondo ciclo che, secondo me, poteva anche non esistere per niente. Resto dell'idea che la prima parte dei manga e, in special modo, la prima stagione dell'anime di SAO doveva riguardare solo ed esclusivamente le vicende di Aincrad.
La seconda stagione, ovvero Gun Gale Online, l'ho trovata fortunatamente migliore della seconda parte della prima. Il livello di tensione che si trova in GGO, un altro VRMMORPG in cui viene spedito Kirito per investigare su delle morti apparentemente misteriosi, non raggiunge quella di Aincrad, ma ha quel qualcosa che ALO non aveva. E poi c'è Sinon, un personaggio che ho apprezzato tantissimo, benché questa fissa che tutte le ragazze che incontrano Kirito si devono per forza innamorare di lui, dopo un po', mi ha stufata. Malgrado questo, ho trovato in Sinon la miglior caratterizzazione, avendo guardato solamente le prime due stagioni e l'originale movie, ma non posso scendere troppo nei dettagli perché, se non avete visto l'anime o letto perlomeno il manga, parlare di lei è abbastanza spoiler. Il mondo in cui gioca ha un perché e questo perché ha un motivo davvero grande e importante, che preferisco tacere per non togliervi la sorpresa. Anche questa seconda stagione è divisa in due parti, e anche qui la prima metà mi è piaciuta abbastanza, ma la seconda... Tra l'altro, la seconda si suddivide ancora in altre due parti. Della prima, lo ammetto e mi vergogno, non ricordo quasi nulla. Della seconda, chiamata Mother's Rosario ho un bel ricordo. Credo che Mother's Rosario sia il motivo per cui qualcuno dovrebbe guardare la seconda parte della seconda stagione, il personaggio di Yuki non può che restare nel cuore delle persone, forse perché l'autore ha toccato un tema un po' insolito. Sicuramente attualissimo, e proprio per questo toccante, ma resta un argomento che mi ha spiazzato. Non ho trovato in SAO un vero e proprio messaggio di fondo, forse solo lo spronare il lettore o telespettatore a credere in se stesso, a non arrendersi mai anche quando sembra tutto perduto, e che gli amici e la famiglia sono importanti, isolarsi non è mai la soluzione, eppure ritrovarmi davanti la storia di Yuki mi ha fatto accapponare la pelle — ovviamente in senso positivo.
In conclusione, consiglio tanto la visione di SAO, benché sappia le tante pecche che questo anime ha. A dirla tutta, io consiglio caldamente la parte legata ad Aincrad (come avrete capito oramai xD) ma in generale è una serie godibile, che farà appassionare soprattutto quella cerchia di otaku che sono anche videogiocatori. Spezzo anche una lancia al film che ho citato per tutta la recensione, Sword Art Online: Ordinal Scale, perché dopo tutte queste stagioni a metà ho ritrovato nel film la vera essenza di SAO. Motivo che me l'ha fatto amare alla follia, non solo per la grafica pazzesca, ma anche per i personaggi, per le nuove tecnologie e per la trama in sé. Informo anche gli appassionati della serie che il 5 ottobre è cominciata, per ora solo in Giappone, la terza stagione che, grazie a Dio, tratterà di Alicization dalla prima all'ultima puntata... e di episodi ce ne saranno cinquanta! Io non vedo l'ora di vederla, ve lo dico, non solo perché la grafica riprende quella del film, ma anche perché la trama e i background dei personaggi ci riporteranno alle atmosfere adrenaliniche di Aincrad. Insomma, cosa possiamo volere di più?


È stata una recensione un po' diversa, rispetto a quella dell'altra volta, ma quando me ne sono accorta avevo già quasi finito di scriverla e di impostare il post, perciò ho preferito lasciarla così come la vedete. E poi credo che SAO sia molto più conosciuto di A.I.C.O. Incarnation (cliccate sul titolo per saperne di più), pertanto si può benissimo presentare da solo... Voi cosa ne dite? Fatemelo sapere nei commenti, mi raccomando! Aspetto come sempre i vostri pareri :) E vi ricordo che sul blog Il tempo dei libri trovate la recensione ad un altro anime a tema Halloween... Cosa state aspettando? Andate a leggere il post di Leen xD Un bacione grande!
Alla prossima,
Feeling Reading

3 commenti:

  1. Adoro SAO. Devo recuperare i nuovi episodi, il primo mi aveva messo in crisi per la durata xD La prima serie, comunque, è la più bella!

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    1. I nuovi episodi devo recuperarli anche io, e spero che la promessa di un ritorni alle origini sia rispettata... ho adorato davvero tantissimo la prima serie *-*

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