giovedì 18 giugno 2020

Review party: "La città di ottone" di S.A. Chakraborty

Buongiorno a tutti, readers! Come state? Ammetto che in questi giorni sono stata un po' ko a causa del mal di testa, ma spero che passi presto. In ogni caso oggi siamo qui per l'ultimo giorno del reviw party dedicato a La città di ottone di S.A. Chakraborty, uscito l'altro ieri per Mondadori, che ringrazio per avermelo omaggiato, e organizzato da Miriam di Me and Books. Oggi oltre alla mia, troverete le recensioni anche sui blog Milioni di particelle, Rachel Sandman Author, La soffitta dei libri dimenticati e Lexi E. Fox. Dopo avervi scritto i cinque validissimi motivi per leggerlo immagino che rimarrete un po' sorpresi dalla mia opinione globale sul romanzo. Ci tengo a specificare che quei motivi sono tutti ottimi, non dovete pensare che me li sia inventati di sana pianta, perché non è così. Tuttavia come scoprirete tra poco, c'è stata una scelta in particolare presa dall'autrice che non sono riuscita ad accettare, ed essendo questa recensione un parere puramente personale, potrebbe benissimo essere che a voi questa cosa non farà né caldo né freddo. Quindi prendete alcune cose che scriverò con le pinze, buona lettura. ❤


Titolo: La città di ottone
Serie: The Daevabad Trilogy #1
Autore: S.A. Chakraborty
Editore: Oscar Mondadori
Pagine: 528
Prezzo: € 22,00
Data d'uscita: 16.06.2020
EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.
VOTO:

RECENSIONE
Le mie prime 3 stelline dell'anno. Temevo questo momento e alla fine è arrivato. Sono un po' triste e delusa, lo devo ammettere, perché ad inizio romanzo mi stavo innamorando. Ma ci sono cose che non riesco ad ignorare e in fondo non riesco nemmeno ad accettare che un personaggio abbia in un certo senso ignorato questo problema. Non fraintendetemi, il punto non è la scelta dell'autrice di inserire una cosa secondo me umanamente piuttosto grave, quanto il fatto che poi questa cosa venga totalmente ignorata per il resto del romanzo. Ho provato un senso di fastidio enorme durante la lettura e sostanzialmente questo è il motivo principale per cui il romanzo alla fin fine non mi è piaciuto quanto speravo. Ma a parte questo, la trama è molto intrigante e ben strutturata nonostante non sia un'amante dei libri con i capitoli lunghi. La storia è raccontata da due pov diversi: quello di Nahri e quello di Ali. Se da un lato ho trovato i capitoli di Nahri dannatamente coinvolgenti, dall'altro quelli di Ali mi hanno delusa. Più che altro dopo il primo capitolo con il suo pov (ovvero il terzo), ero super gasata perché nonostante fosse iniziato in maniera lenta, ad un certo punto non riuscivo più a staccarmi dalle pagine. Il problema è che mi ero fatta mille aspettative su di lui e sui suoi capitoli, solo per venire costantemente delusa da ciò che poi effettivamente leggevo.
I personaggi sono davvero ben caratterizzati. Nahri è una ragazza testarda, forte e determinata, che non ha paura di sporcarsi le mani e sa cosa significa essere disposti a tutto pur di sopravvivere. Non ha una famiglia ed è cresciuta tra le strade del Cairo contando solo ed unicamente sulle sue forze e la sua intelligenza. Mi è piaciuta tantissimo e al momento è il personaggio che ho preferito proprio per questo suo carattere indomito. Dara è un daeva davvero mooolto affascinante (ebbene sì, lo shippo con Nahri) nonostante in un paio di occasioni mi abbia fatta incavolare parecchio per alcuni suoi atteggiamenti o per alcune frasi che le rivolge. Ha un passato particolare alle spalle abbastanza intuibile, ma non voglio comunque rivelare nulla al riguardo. Pur essendo un essere soprannaturale estremamente potente, ha le sue insicurezze e paure che lo hanno reso più umano ai miei occhi. A volte è dannatamente cocciuto, ma alla fine mi sono affezionata a lui. Alizayd al Qahtani è il principe di Daevabad e, come dicevo prima, mi ha affascinata fin da subito, il solo che appunto ho trovato alcuni suoi capitoli davvero molto noiosi. Nonostante questo è un diciottenne con dei saldi principi morali nonostante la sua giovane età, inoltre ha una spiccata intelligenza ed è anche particolarmente portato per il combattimento, merito soprattutto dei moltissimi allenamenti a cui ha preso parte nella Cittadella della Guardia Reale. La cosa che mi fa ridere è che oltre ad essere goffo, su certe cose è davvero, davvero, davvero tanto ingenuo. Inoltre la sua avversione per il Palazzo Reale è piuttosto buffa, ma non posso dargli tutti i torti. Senza contare che è una specie di fanatico religioso (sul serio, voglio dire delle creature soprannaturali hanno una religione?)questa cosa mi lascia perplessa ogni volta che ci penso, ma in ogni caso secondo me questo particolare lo rende ancora più interessante come personaggio. Mi aspetto molto da lui e spero di non rimanere delusa nei prossimi romanzi, perché ha davvero tantissimo potenziale. Sul fratello e la sorella non mi sono ancora fatta un'idea precisa, anche se tutto sommato mi stanno simpatici. Il padre invece mi sta davvero troppo sulle balle e spero vivamente che nell'ultimo libro faccia una brutta fine o che almeno se ne vada a fanc... ehm da Daevabad.
Il world building è davvero molto interessante, però in alcuni punti l'ho trovato poco approfondito. Sono quasi certa che l'autrice l'abbia fatto di proposito per poterlo spiegare meglio nei seguiti, ma allo stesso tempo in certe occasioni mi sono ritrovata un po' confusa, in quanto mi capitava di dimenticare o confondere alcune cose, soprattutto le poche informazioni sulle sette tribù daeva. Penso che mi sarebbe stato più facile tenere tutto a mente se avessi avuto qualche informazione in più che mi permettesse di identificarle subito. A parte questo, Daevabad è certamente un luogo affascinante e ricco di mistero, la storia dei daeva è intrigante e mi è piaciuto molto scoprire alcuni retroscena e i vari punti di vista sugli eventi passati. La cosa che ho preferito più di tutto è stato il modo in cui l'autrice è riuscita a creare personaggi terribilmente imperfetti. E so che a questo punto vi starete chiedendo come sia possibile che abbia apprezzato una cosa del genere, se poco fa ho scritto che non sono riuscita a perdonare uno di loro per non aver fatto una cosa. Ecco, non lo perdonerò mai per questo, ma allo stesso tempo l'ho apprezzato per altri motivi. Inoltre ho apprezzato moltissimo il fatto che non sempre i buoni sono buoni e i cattivi sono cattivi, dipende sempre dal punto di vista. Questa cosa è resa ancora più palese durante una conversazione tra Nahri e Dara alla fine del settimo capitolo. Nonostante ciò spero che l'autrice risolva il dannato problema che ha tirato fuori ad inizio romanzo, altrimenti questa trilogia rischia di diventare un grosso, grosso, grosso problema per la sottoscritta.
Lo stile è molto scorrevole, semplice e descrittivoTi cattura fin da subito e ti fa entrare nel vivo della storia, infatti già leggendo il secondo capitolo tutto ciò che riuscivo a pensare era "wow". Non so spiegare cosa mi abbia catturata in questo modo, ma nonostante ci siano state un paio di parti che ho trovato un po' più lente e sottotono rispetto al resto, specialmente alcuni capitoli di Ali, nel complesso l'ho apprezzato molto.
In conclusione penso che il romanzo meriti di essere letto perché ha parecchio potenziale e la trilogia si preannuncia molto interessante.




E anche per oggi direi che è tutto, anche stavolta spero di non avervi annoiati e vi ringrazio per essere arrivati fin qui. Fatemi sapere cosa ne pensate del romanzo e se avete intenzione di leggerlo/lo avete già letto in inglese. Ora vi saluto e vi auguro una buona giornata. Un bacio. 
Alla prossima,
Feeling Reading
→ Bontix

2 commenti:

  1. Come ben sai, siamo d'accordo su praticamente tutto quello che hai scritto. In particolare sul Re ahah

    Spero davvero che nel prossimo volume l'autrice riesca ad aggiustare un po' il tiro con le cose che non hanno funzionato perché sarebbe un peccato!

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    Risposte
    1. Ahahah, hai visto come sono stata brava? Alla fine mi sono trattenuta dal dire una brutta parola. XD
      Scherzi a parte, spero anch'io che l'autrice sistemi un paio di cosette nel prossimo volume, altrimenti non andremo d'accordo.

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