venerdì 17 luglio 2015

Recensione: "Freddo come la pietra" di Jennifer L. Armentrout

Buon pomeriggio a tutti, readers. Torno con la recensione di un libro in cui riponevo tante, tantissime aspettative e che, purtroppo, non ne ha soddisfatte quasi nessuna. Mi duole il cuore, e sono dannatamente sincera, a dire che un romanzo della Armentrout non mi sia piaciuto granché, ma è purtroppo quello che è accaduto con Freddo come la pietra, secondo capitolo della serie The Dark Elements. Non so bene cosa avesse in mente Jennifer quando lo ha scritto, ma l'ho trovato pieno di pecche a partire dalla trama - che comunque si è salvata - fino ad arrivare ai personaggi, che hanno subito una trasformazione a 360° rispetto al primo libro. Una trasformazione, a mio dire, senza senso, che ha stravolto le loro personalità, i modi di agire e di pensare. E molte 'spiegazioni' a parer mio erano inutili, poiché non giustificano niente. Ma smetto di parlare, adesso, e vi lascio alla recensione vera e propria.

Titolo: Freddo come la pietra
Autore: Jennifer L. Armentrout
Editore: Harlequin Mondadori
Prezzo: € 14,90
ISBN: 9788869050367
Data d'uscita: 7 Luglio 2015

Layla Shaw deve rimettere insieme la sua vita andata in pezzi: impresa non facile per una ragazza di diciassette anni, praticamente certa che le cose non possano andare peggio di così. Il suo migliore amico, Zayne, straordinariamente bello, è da considerare off-limits, a causa del misterioso potere che da sempre affligge Layla: il suo bacio è in grado di rubare l'anima di chi lo riceve. Fuori questione, quindi, l'idea di poterlo baciare. Inoltre, il clan dei Warden, che l'ha sempre protetta, comincia a nascondere segreti pericolosi. E per finire, Layla non vuole pensare a Roth, sexy e trasgressivo principe dei demoni, che riusciva a capirla come nessun altro. Ma talvolta toccare il fondo è solo l'inizio. Perché all'improvviso i poteri di Layla iniziano a crescere e le viene concesso un assaggio di ciò che finora le era sempre stato proibito. Poi, quando meno se lo aspetta, Roth ritorna, con notizie che potrebbero cambiare il suo mondo per sempre. Sta finalmente per ottenere quello che ha sempre desiderato ma il prezzo potrebbe essere più alto di quanto Layla è disposta a pagare.
VOTO:
½

RECENSIONE.
Quando ho scoperto che a Luglio sarebbe uscito il secondo capitolo della serie The Dark Elements non stavo più nella pelle. Insomma, dopo la conclusione di Caldo come il fuoco il mio cuore era a pezzi. Non voglio spoilerare, nel caso qualcuno legga questa recensione senza aver letto ancora la serie fino ad ora pubblicata, ma il gesto di Roth mi aveva spezzato il cuore. Conclusi il primo libro in due giorni, poiché non volevo staccarmi dalle sue pagine, e quando lo conclusi volevo piangere, sia perché era effettivamente finito, sia per il finale. Con Freddo come la pietra la situazione è stata totalmente diversa. Ci ho messo una settimana a finirlo. Una settimana. Dopo due o tre capitoli dovevo smettere di leggere e posare il libro, altrimenti mi sarei intrufolata nel romanzo per prendere Layla a sberle e non solo lei.
Ma andiamo per ordine.
Questo secondo volume si apre qualche settimana dopo le vicende col demone Paimon. Tutto sta tornando gradualmente alla normalità, anche se il dolore di Layla per Roth è ancora molto forte e la ragazza deve fare i conti col suo nuovo famiglio, Bambi. Il serpente che è sempre stato con Roth adesso è suo e sentirselo strisciare sulla pelle è una sensazione a cui Layla deve ancora abituarsi. La routine è tornata pian piano alla normalità. Layla va a scuola, si diverte con i suoi amici di sempre, Stacey e Sam, e Zayne - il Guardiano da cui è sempre stata attratta - è lì per sostenerla. Layla ha sempre avuto una cotta stratosferica per Zayne, e lui agisce come un balsamo sulle sue ferite aperte. E, nonostante il dolore, il Guardiano riesce a farla sorride e farle battere forte il cuore, fino a farle dimenticare tutto il resto. Ma nella villa le cose non sono più come un tempo. Abbot, il padre di Zayne e capo clan, inizia a guardare la figliastra in modo diverso. E il ritorno di Roth non fa che peggiorare la situazione. Metà Guardiana e metà demone, Layla è tenuta sotto stretta sorveglianza da tutti i gargoyle della villa, che la guardano più come una minaccia pronta ad esplodere che come la bambina a cui hanno voluto bene per quei diciassette anni. E il primo della lista è proprio Abbot, che trova in Layla la risposta perfetta per ogni incidente che succede a casa e in città. Layla non comprende perché la situazione sia cambiata, e non capisce nemmeno perché Roth, ritornato dall'Inferno, ora la tratti con freddezza e distacco, arrivando perfino a confidarle che non gli è mai importato nulla di lei. Così, quando i poteri di Layla mutano, riuscendo a controllarsi sul succhiare o meno le anime, la porta di una possibile storia con Zayne si spalanca e lei ci entra senza nemmeno pensarci un minuto. Ma a scuole le cose vanno peggio che alla villa, a causa di comportamenti strani tra studenti che Layla conosce e morti improvvise. Perché, purtroppo, il rituale del primo libro è andato abuon fine... E ora, in città, circola un Lilin.
Non vado oltre, anche perché, secondo me, di trama soprannaturale c'è davvero poco in questo secondo libro e se vi dicessi altro rischierei di spoilerare quei pochi 'colpi di scena' presenti nella storia. In Freddo come la pietra ci sono molte pecche, ahimè. Molte cosucce che mi hanno fatto storcere di brutto il naso. Partendo dalla trama, sono molti i dettagli comparsi in questo secondo libro che nel primo non erano presenti. E non parlo di novità, ma di basi che se l'autrice aveva già pensato di inserire allora avrebbe dovuto introdurre all'inizio della serie. Un esempio? L'odore di demone. Ora, io ho letto Caldo come il fuoco mesi e mesi fa, ma ricordo abbastanza bene che i Guardiani facevano marcare Layla perché era un modo più facile per individuare i demoni in città. Loro, a parte i loro poteri, non sapevano come farlo, perciò Layla era utile. In questo secondo volume, chissà perché, i Guardiani sentono odore di demone... soprattutto in Layla. Zayne e Danika le dicono apertamente che odora come un demone di alto rango. Dico io, perché prima no? Sapendo di chi è figlia Layla, non ha senso che questo suo odore - come l'odore dei demoni in generale - sia saltato fuori adesso. Nel sangue, fin da bambina, ha sempre avuto odore di demone di alto rango, ma lo sentite solo ora? E questa è solo una delle tante stranezze di cui non vi posso parlare, poiché potrebbero essere spoiler visto che c'entrano con la generazione del Lilin. Per quanto riguarda i personaggi, li ho trovati totalmente stravolti. Abbot non è l'Abbot del primo libro e Zayne è completamente fuori da se stesso. Gli unici che sono in linea con le loro caratteristiche nel primo libro sono Roth, anche se si perde un po' nell'ultimissimo capitolo, Danika, Stacey e Sam. Nemmeno Layla ragiona come la protagonista del primo capitolo, ed è stato davvero un trauma per me trovarmi di fronte ad una ragazzina capricciosa. Cosa che assolutamente non era in Caldo come il fuoco. Partiamo proprio da lei. Se nel primo libro la battaglia di Layla era capire quale delle sue due nature accettare, qui sembra aver preso una decisione: non le importa essere demone o Guardiana, le importa fare la cosa giusta. Anche se considerato il caratteraccio di Abbot, che la spinge costantemente a credere di essere malvagia, questa presa di posizione è parecchio complicata. Ma Layla si perde in un triangolo amoroso che secondo me è stato esasperato e portato a livelli assurdi e inutili, trasformando la forte e coraggiosa protagonista in una ragazza che non sapendo chi scegliere si fa tutti e due. Particolare che io odio nei triangoli, perché il dubbio ci sta, ma te lo risolvi per i fatti tuoi, non strusciandoti prima su uno e poi sull'altro. Non mi è piaciuto per niente il fatto che, dopo quello che era successo a Roth, quando stava con Zayne aveva il coraggio di pensare cose tipo: 'quando ero tra le sue braccia dimenticavo tutto il resto, perfino il mio dolore.' No, proprio non ci siamo. Per non parlare del menfreghismo che ha assunto quanto Roth è tornato. E okay, era stronzo, ha detto cose allucinanti, ma... Le sue azioni dicevano cose opposte. Lei ha cercato di capire? Ha cercato di metterlo alle strette? Insomma, le importava così tanto nel primo libro che, come minimo, si sarebbe appostata sotto casa di Roth per costringerlo a parlare. Bene, non ha fatto nulla di tutto questo. Ha semplicemente accettato le spiegazioni - assurde - di Roth e si è rintanata come un gatto tra le braccia di Zayne che, improvvisamente, è diventato un surrogato di Roth. Perché sì, dello Zayne dolce e adorabile del primo libro che, nonostante sia team Roth adoravo, non è rimasto molto. Zayne si è trasformato nell'opzione perfetta per Layla: sarcastico, a tratti arrogante (seppur scherzosamente) e sempre pronto a fare battute velatamente maliziose. Ora, non vi ricorda vagamente qualcuno? Motivo per cui in questo libro non ho affatto apprezzato Mr. Roccia. Per non parlare del suo tentativo di accettare Layla così com'è. Perché le parole vanno bene, sono belle e apprezzate, e sicuramente hanno fatto girare la testa a Layla... Ma quando c'era da mettere in conto che la parte demoniaca di Layla stava spingendo per uscire, a Zayne non stava bene. Non poteva stare bene. Per l'intero romanzo ha continuato a ripetere che non poteva essere così, perché lei era buona e migliore, ma a conti fatti non penso che se avesse abbracciato la sua metà demoniaca sarebbe per forza stava peggiore. Ed è la stessa Layla a capire e ad ammettere che Zayne, pur tenendo a lei, non potrebbe mai accettare completamente la sua metà demoniaca. Ma è bastato questo per spingerla a capire Roth? No, preferiva comunque crogiolarsi sui sedili posteriori dell'Impala di Zayne (unica cosa che amo del gargoyle: la macchina). E sebbene quando fosse tra le sue braccia non riusciva un minuto a non pensare a Roth, o fingeva di non pensarci, questo non succedeva quando stava con Roth. Perché sì, nonostante le parole Roth era sempre pronto ad aiutare Layla. E Layla era ben felice di stare al suo fianco, e se ci scappava qualche bacetto era anche meglio. Insomma, secondo me la cotta di Layla per Zayne è vera e tangibile, ma non è amore. Forse sono troppo romantica, ma se stai per raggiungere la casa base con il ragazzo di cui hai sempre avuto una cotta, ma non vai fino in fondo perché il nome di qualcuno ti affiora nel cervello... beh, forse è ora di essere sincera con te stessa e con chi ti sta attorno, indipendentemente che questo ti stia trattando con i guanti o no. Layla mi è sembrata uno struzzo in questo secondo libro, teneva volutamente la testa sotto la sabbia perché non voleva scegliere nessuno dei due. E quando le carte si sono scoperte, la sua vita è stata ugualmente stravolta. La Armentrout ha estremizzato eccessivamente il triangolo, facendo passare Layla per una ragazzina stupida. E per fare ciò ha dato un carattere a Zayne molto diverso dal primo libro e a Roth una motivazione completamente fuori dal suo personaggio. Perché lui è uno che lotta, sempre, non si fa piegare e sicuramente non ce lo vedo a sottostare ai ricatti. Non ho davvero capire cosa avesse in testa l'autrice, ma Jenny... Non ci siamo proprio. Avrei apprezzato che Layla capisse cosa prova o meno per entrambi in un altro modo, senza far uscire nessuno dei tre dai loro personaggi tanti apprezzati del primo libro. E senza tirarla così per le lunghe, perché dopo quasi 300 pagine di pare mentali, dove praticamente lo ha capito anche Zayne che qualcosa non andava, era ora che Layla tornasse in sé.
Se ho dato tre stelle e mezzo a questo libro che, come vedete, non mi ha entusiasmato granché è perché la storia, nonostante tutto, nonostante quelle piccole pecche di trama e aggiunte messe non so bene perché, mi è piaciuta. E il modo di scrivere della Armentrout, il suo stile fluido e ben calibrato tra dialogo e narrazione non mi hanno delusa. Jennifer L. Armentrout ha sempre il suo bel potenziale che, purtroppo, si è perso molto in questo romanzo. Malgrado tutto, aspetto con ansia l'ultimo capitolo della serie, sperando di non aspettare molto, soprattutto per com'è finito Freddo come la pietra, con i soliti cliffhanger degni di questa scrittrice.
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Ho deciso di scrivere oggi, appena concluso il libro, la recensione perché, avendolo concluso in mattinata, avevo trovato già troppe pecche e cose che non mi facevano impazzire, come avrete notato. E se aspettavo qualche giorno avrei corso il rischio di abbassare ulteriormente il voto. E dare ad un libro della Armentrout meno di tre stelle sarebbe stato un colpo al cuore per me, che sono una sua lettrice devota.
E niente, potete capire da voi che sono stata piuttosto delusa dalle scelte fatte dall'autrice. Il libro si è salvato in corner, come si suol dire, ma messo sulla bilancia ha troppe cose che proprio non mi piacciono. Spero nel terzo.
Fatemi sapere le vostre impressioni. Vi mando un bacione,
Feeling Reading

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